“Mario Oliverio è una persona perbene, corretta e onesta, agli antipodi di illegalità e intrecci mafiosi! La Storia lo ricorderà non certo per queste vicende giudiziarie, che lo hanno visto ingiustamente coinvolto e, sino ad oggi, sempre assolto, ma per la grande opera umanitaria di Tarsia, il Cimitero Internazionale dei Migranti, conosciuto e apprezzato nel mondo, in fase di realizzazione, grazie a lui, nel piccolo e fortemente simbolico comune del cosentino”. E’ quanto afferma, in una nota, il leader del Movimento Diritti Civili e vecchio, irriducibile garantista, Franco Corbelli, dopo l’inchiesta denominata “Glicine akeronte” della Procura di Catanzaro, che vede tra gli indagati anche l’ex Governatore calabrese con l’accusa di associazione a delinquere con l’aggravante delle modalità mafiose! “Anche dopo la nuova inchiesta della Dda di Catanzaro, il cui lavoro, come sempre, rispetto, ribadisco, ancora una volta, con forza e convinzione, che l’ex presidente della Regione, Mario Oliverio, è una persona perbene e onesta, un politico capace, che sarà ricordato dalla Storia non certo per le vicende giudiziarie che lo hanno ingiustamente coinvolto e, sino ad oggi, sempre assolto , ma per la grande opera umanitaria, Il Cimitero internazionale dei Migranti, conosciuto e apprezzato in Italia, dal Vaticano e nel mondo, che grazie a lui, cinque anni fa, alla vigilia di Natale del 2018, abbiamo iniziato a realizzare a Tarsia e che stiamo, adesso, superata l’emergenza pandemia, per ultimare, per volontà dell’attuale Governatore, Roberto Occhiuto. Una grande opera di civiltà, unica al mondo, che darà dignità alla morte dei poveri migranti(uomini, donne e bambini) vittime dei tragici naufragi, prosegue Corbelli. Al di là del mio storico garantismo, che ho iniziato, 40 anni fa, con il “caso Tortora” e che, nel rispetto del principio costituzionale di presunzione d’innocenza, vale sempre, anche naturalmente in questa inchiesta, per ogni indagato e imputato(anche quando si tratta di giudici e magistrati; ho difeso anche alcuni di loro in passato!), il mio intervento (e il messaggio personale che oggi gli ho subito inviato) vuole essere una testimonianza di solidarietà, stima, amicizia e vicinanza a Oliverio che ritengo sia vittima, nuovamente, di una indagine associata alla mafia che è non solo una grande ingiustizia, ma è esattamente agli antipodi della storia dell’ex Governatore. Dopo tutto quello che ha subito in questi anni, vederlo oggi di nuovo su tutti i media accostato ad una inchiesta di ndrangheta è qualcosa di assurdo, inverosimile e aberrante, che provoca tanta sofferenza a lui e ai suoi familiari e un sentimento di smarrimento e amarezza in chi lo conosce e apprezza, per le sue doti professionali e umane. Che c’entra Oliverio con le cosche e con la ‘ndrangheta? Perché tirarlo dentro indagini di mafia? Se ci sono contestazioni specifiche sul piano amministrativo perché non ci si limita a procedere solo per quelle? Oliverio non ho il minimo dubbio dimostrerà anche stavolta l’assoluta infondatezza rispetto alle accuse che gli vengono mosse. Così come è già accaduto per le altre indagini, ad iniziare da “Lande desolate” che la Corte di Cassazione ha letteralmente demolito con parole pesanti, che non bisogna mai dimenticare e che dovrebbero far riflettere tutti i giustizialisti di questo Paese”
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