di FRANCESCA FROIO
Un periodo difficile, quello che stiamo attraversando e che sta toccando gli animi. Preoccupazioni, paure, senso di impotenza e spesso anche noia.
Queste sono le emozioni che, nella maggior parte dei casi, sembrano colpire tutti, tanti giovani sottratti allo stare insieme, al piacere di condividere del tempo e dei progetti con i propri amici.
Il nascente "Comitato Kropos" prende forma così, frutto di una riflessione tra amici che, al rinunciare al loro tempo insieme, proprio non ci stanno e danno vita ad una pagina Facebook attraverso la quale puntano a veicolare pensieri, progetti e informazioni utili alla loro comunità, Cropani, grazie all’ausilio di specialisti appartenenti a diversi settori.
“Questa settimana abbiamo pensato di porre delle domande che potessero rispecchiare un po’ gli interrogativi di tutte le mamme - hanno spiegato i ragazzi - così grazie al preziosissimo contributo e all’immediata disponibilità della pediatra territoriale, la Dottoressa Maria Antonietta Vigliarolo, abbiamo realizzato questo primo utilissimo servizio di informazione”. “Ringraziamo di vero cuore la Dottoressa, che nonostante tutto, ha trovato il tempo di risponderci, con professionalità e dedizione”.
Riportiamo l'intervista
1) In questo momento d’emergenza sanitaria, quali potrebbero essere i rischi per i bambini e quali sono i sintomi che potrebbero far pensare ad un contagio da COVID19 invece che, per esempio, ad una normale influenza?
Naturalmente le mie risposte derivano dai pochi dati della letteratura forniti fino a questo momento. Non sono opinioni personali. I dati ad oggi (maggiormente legati all’esperienza cinese), sono complessivamente rassicuranti. E’ stato riscontrato un basso tasso di ospedalizzazione, con manifestazioni tipiche delle infezioni febbrili respiratorie. I sintomi sono simili alle “virosi respiratorie, per cui risulta difficile fare delle differenze con infezione da Covid-19. I bambini quindi sembrano essere preservati dalle complicanze di questa pandemia.
2) In virtù della diffusione del COVID19 le scuole sono state chiuse, in via precauzionale, per evitare il contagio tra i più piccoli, mentre alcune attività rimangono ancora aperte. In tal senso come si possono proteggere i propri figli se i genitori o un solo genitore ogni giorno è esposto al contagio?
Anche per questi genitori, valgono le regole generali che utilizziamo tutti, lavarsi spesso le mani, stare a distanza di sicurezza, mascherina. Ma se il genitore nell’ambiente di lavoro viene a contatto con persone contagiate, è preferibile che non stia vicino al bambino o al resto dei familiari.
3) In alcune interviste, riguardo al COVID19 è stato dichiarato che “ i bambini sembrano protetti in modo naturale da questo nuovo coronavirus”. Lei, a tal proposito, cosa ne pensa?
Fondamentalmente, non è che i bambini sono più protetti, c’è nei bambini una bassa incidenza e una minore severità della malattia. Le ragioni certe sono ancora sconosciute. Tra le ipotesi una risposta immunitaria diversa rispetto agli adulti, una minore esposizione al fumo di sigaretta o ad inquinanti ambientali, (sarebbe buona pratica che gli adulti non fumassero), la mancanza di patologie gravi associate.
4) Si è detto che i bambini sono i soggetti meno a rischio ma comunque portatori sani e asintomatici del COVID19. È un giusto comportamento quello di tenerli lontani dai nonni e dai soggetti a rischio? Cosa consiglia ai genitori?
Questo è vero, non abbiamo nessuno strumento per definire un bambino sano o asintomatico. Anche un banale raffreddore deve tenere il bambino lontano dai nonni o da soggetti a rischio. E comunque, in questo momento bisogna stare nelle proprie case, dobbiamo rinunciare ai pranzi domenicali con i nonni, alle riunioni di famiglia. Questo sacrificio, se fatto in maniera rigorosa, può portarci ad una più breve durata della quarantena e speriamo ad una diminuzione dei contagi. I nostri bambini sono il nostro presente ed il nostro futuro, ma hanno bisogno, per crescere, di riferimenti nel passato, abbiamo bisogno di preservare la memoria e la nostra storia, che solo i nonni possono trasmetterci.
5) Nei primi mesi di vita i neonati formano le proprie difese immunitarie. Questo tempo trascorso chiusi in casa potrebbe rappresentare un campanello di allarme? Quali direttive in merito a ciò si sente di consigliare ai neo genitori?
Il sistema immunitario di un neonato inizia a formarsi al momento del parto e prosegue con l’allattamento materno. E’ anche vero che è importante l’interazione con l’ambiente. Ma ora siamo in emergenza e tante cose che davamo per scontate, sono diventate un miraggio. Si può comunque cambiare spesso l’aria in casa, portare il bambino nel giardino di casa o sul balcone, e soprattutto non fumare in casa e non intrattenerlo con apparecchi elettronici. Parlate al vostro bambino, raccontate ad alta voce e giocate con lui. Usiamo questo tempo per provare a rilassarci e perché no, anche ad annoiarci.
6) Quanto sono utili i lavaggi nasali a scopo preventivo in questo periodo particolare?
I bambini più piccoli, o per situazioni anatomiche o per incapacità di soffiare correttamente il naso, sono predisposti al ristagno di secrezioni mucose. E’ una buona norma che allevia i sintomi ostruttivi, possono essere usati per lunghi periodi, ma non modifica a livello preventivo quello che stiamo vivendo.
7) Ci siamo addentrando nel periodo delle allergie: nei bambini allergici la terapia resta invariata o cambia qualcosa?
La terapia nei bambini allergici resta invariata. Ogni bambino su consiglio del suo pediatra o allergologo può riprendere la sua terapia stagionale.
8) Appare evidente che ci vorrà molto più tempo del previsto prima di ritornare alla normale vita quotidiana. I medici di famiglia e anche i pediatri, per evitare nei mesi prossimi che si creino assembramenti all’interno degli ambulatori adotteranno dei servizi online. Anche Lei intende adottare questo sistema di comunicazione?
Questa pandemia, del tutto inaspettata, ci ha messo davanti ad una sfida unica, fuori dall’ordinario. Tutto si è fermato, e tra le altre cose, abbiamo sospeso i controlli programmati e le visite di follow up, così da agevolare il contenimento e la gestione dell’emergenza, e nel rispetto del Decreto IO RESTO A CASA. Io sono un pediatra di vecchia scuola, amo visitare ed interloquire con i genitori, parlare guardando negli occhi i bambini ed entrare in sintonia con loro. Ma tutto è cambiato. E niente tornerà come prima. Anch’io, quindi, farò ricorso alla tecnologia per erogare un servizio sanitario più agile e che limiti i rischi ai quali questa pandemia, purtroppo ci ha esposto.
9) Come si devono comportare i pediatri quando ricevono una chiamata da un genitore affetto da COVID19 o che è stato a stretto contatto con un contagiato, il quale lamenta che il proprio figlio presenta dei sintomi che potrebbero far pensare ad un ipotetico contagio da Coronavirus?
Noi Pediatri abbiamo già da un mese adottato linee guida specifiche, che si modificano nel corso dell’emergenza. In questi casi specifici il genitore non deve recarsi né in Pronto Soccorso né in ambulatorio o Guardia Medica, ma deve contattare il proprio Pediatra che eseguirà un monitoraggio costante per seguire l’evoluzione della sintomatologia. Naturalmente il mio pensiero va ai colleghi ospedalieri ed agli infermieri, che abbraccio con profondo affetto. Noi Pediatri ci siamo. Nel nostro piccolo ruolo di vicinanza alle famiglie ed ai loro bambini. Siamo i Pediatri di Famiglia proprio perchè siamo responsabili dei loro affetti più cari. Abbiamo la vostra fiducia, ci avete affidato i vostri figli. Ora ascoltate il nostro consiglio:
RESTATE A CASA. E TUTTO ANDRA' BENE.
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