Il BookClub Lector in Fabula ha celebrato i tre anni di vita. Per l’occasione, i partecipanti al sodalizio culturale hanno voluto raccogliere una serie di riflessioni, influenzate dall’emergenza sanitaria in corso, che non può non aver ricadute anche sull’impegno intellettuale di ognuno. I pensieri sparsi, di seguito condivisi, sono fioriti spontaneamente nel corso di un incontro utile a tracciare dei bilanci sul triennio trascorso insieme ed a mettere le basi per nuove e stimolanti attività culturali che possano coinvolgere i molti appassionati di lettura presenti sul territorio calabrese.
Al tempo del coronavirus, naturalmente, l’incontro è stato “virtuale”, possibile grazie alle più recenti applicazione di videoconferenza, le quali hanno consentito ai componenti del LectorInFabula di sperimentare una nuova modalità di condivisione attiva della loro passione per la letteratura. E durante questo periodo di “tempo sospeso”, per il “portavoce”Andrea Parisi, una delle attività più creative e liberatorie per la mente è, certamente, quella rappresentata dalla lettura. La connessione via web, poi, ha consentito a tutti di esprimere un pensiero, una considerazione, una riflessione intima sul difficile momento di isolamento sanitario in corso.
All’incontro virtuale ha partecipato, tra gli altri, Francesca Severino, direttrice del LectorInFabula, spiegando che “un bookclub altro non è che un gruppo di persone. Persone eterogenee che amano leggere. E sono queste persone così diverse tra loro per gusti stili di vita e professioni che lo rendono vivo. In questi tempi cosi incerti dove la vita è diventata più preziosa la nostra bolla si è dovuta rompere e per la prima volta abbiamo dovuto optare un'alternativa al nostro incontro”. Hanno contribuito all’evento virtuale Francesco Calimeri, Francesco Polopoli, Lia Riommi, Gianfranca Bevilacqua, Giancarla Torcasio, Sabrina Funaro, Anna Mottola, Patrizia Talarico, Daniela Fittante, Carla Valle, Marzia Ioculano, Felice Ferraiuolo e Annamaria Persico. Altri appuntamenti attendono il BookClub, primo fra tutti in ordine di tempo il progetto #gruppodiletturaday, per il quale ogni partecipante al club sarà chiamato ad effettuare una brevissima videorecensione (poi condivisa in un circuito letterario che ricomprende gruppi di lettura presenti in tutta Italia) del romanzo “Teresa sulla luna” dell’autore Errico Buonanno. Di seguito la sintesi degli interventi avuti nell’incontro virtuale.
Francesco Polopoli, invece, riflette sulla pandemia: "Qual essa sia, parole non ci appulcro": “Per questo esistono i libri, perché tra le righe storte possiamo procedere dritto al di là di ogni preoccupazione. Il nostro club rientra nella cornice di una bella fabula Decameronica, pur essendo fedele al Dantedi': il photogrammamagistri Calimeri è amenamente e fedelmente trecentesco. Uno psicopompo, sinistrorsum, e quattro telenovellieri, destrorsum, sono la rappresentazione del nostro gruppo di lettura: le stelle che rivedremo in futuro sono i guizzi di luce con cui ci ritroveremo. Con un bel libro tra le mani, che è vita di racconto”.
Per Lia Riommi “È difficile scrivere una riflessione in questo tempo sospeso e rallentato... in cui quello che è accaduto appena ieri, sembra avvenuto in un'altra dimensione. Mi mancano molto i nostri incontri, il calore dei saluti, le risate e la curiosità di scoprire dove...in quale mondo quel libro, quell'autore ci aveva condotti. Lo spazio di un pensiero, di un'opinione e di un sorriso”.
Secondo Francesca Severino, direttrice del LectorInFabula: “Un bookclub altro non è che un gruppo di persone. Persone eterogenee che amano leggere. E sono queste persone così diverse tra loro per gusti stili di vita e professioni che lo rendono vivo. Ogni commento, ogni recensione ogni risata che nasce nella discussione fa splendere il confronto e la crescita personale. In questi tempi cosi incerti dove la vita è diventata più preziosa la nostra bolla si è dovuta rompere e per la prima volta abbiamo dovuto optare un'alternativa al nostro incontro. Per la prima volta dopo 3 anni non ci siamo visti fisicamente ma "attraverso uno specchio". Lo abbiamo attraversato e per un attimo siamo ritornati nel rifugio che una volta al mese ci fa evadere dalla quotidianità e dalla sua routine. Non so cosa vuoi leggere da queste considerazioni peraltro sono parole buttate lì così perché non è che ho capito la testa e la coda del tuo articolo e non so dove stai andando a parare...”.
Questo il contributo di Gianfranca Bevilacqua: “Non vedo l'ora di abbracciarti, un abbraccio come quello di cui mi hai fatto dono in udienza...sperando che non ricapiti lì". È il prezioso messaggio che mi ha inviato ieri una Cliente; che mi ha toccato tutte le corde dell'Anima e mi ha fatto sentire, dolorosa, la mancanza del contatto fisico che comunica in un attimo più di 1000 parole, dette, lette o scritte; che mi spinge davvero a un abbraccio virtuale ma fortissimo indirizzato agli Operatori Sanitari; ai Senzatetto multati perché "fuori casa"; agli Animali abbandonati perché ritenuti veicolo di contagio; ai Lavoratori fuori dal decreto "Cura Italia"; a Ciascuna/o di voi; all'Umanità tutta”.
Ad opinione di Giancarla Torcasio: “I motivi dei nostri incontri, per quanto possano essere vari perché provenienti da persone singolari, credo possano essere accomunati dalla volontà o esigenza di ritagliare qualche ora fuori dalla nostra normalità. Oggi viviamo con coercizione giorni estranei a noi e, così, desidereremmo poter vivere quei nostri incontri: nella normalità, un tempo straordinario ritagliato come rifugio confortevole; in questo paradosso, una normalità che ci rammenti l'esperienza unica di condivisione e di ricchezza che il nostro Book Club ci offre ogni volta”.
Sabrina Funaro, invece, celebra il compleanno del club del libro con un richiamo alle letture condivise nel corso dei mesi scorsi: “Difficili questi tempi in cui sembra di vivere rinchiusi nella Stanza dei lumini rossi (D. Conoscenti), mentre La notte che ci viene incontro (C. Grattacaso) ci costringe a vedere Tutto quello che è un uomo (D. Szalay). Impossibile dire “Addio Fantasmi”(N.Terranova) e vivere un Doppio sogno (A. Schnitzler). “Non avevo capito niente”(D. De Silva) pensiamo delusi. Facciamo allora il Conto delle minne (G. Torregrossa) che il destino ci ha riservato, ripensando con nostalgia agli Amori regalati (O. Talarico). Riflettiamo su Quella metà di noi (P. Cereda) che si aggira silenziosa in una Camera Azzurra (G. Simenon), scrivendo il suo Diario dello smarrimento (A. Di Consoli) con Lessico famigliare (N. Ginzburg). Non sempre Tenera è la notte (F.S.Fitzgerald), ma dovremmo trovare il coraggio di sfidare Il Pantarèi (E.Sinigaglia) e volare via come Vinpeel degli Orizzonti (P.Millanta), osservando con meraviglia Vita e morte delle aragoste (N.H.Cosentino), al ritmo di un Facebook Blues (L. Bettanin) sotto un cielo Giallo banana (G. Di Giamberardino, C. Durante). Affidiamoci allora ai libri e alla fantasia, con l’augurio di vivere come in Un romanzo inglese (S.Hochet), guidati da Circe (M.Miller) verso mondi sconosciuti, sussurrandoci dolcemente: “Fai bei sogni!”(M.Gramellini)”.
Anche alla blogger Ippolita Luzzo piace soffermarsi sulle letture consigliate recentemente dal BookClub: “A leggere sono bravi tutti bisogna poi vedere cosa farne di quella lettura, sostiene Pereira, e con “Sostiene Pereira” di Tabucchi io ho incontrato il bookclub e ho trascorso ore deliziose durante le quali ci siamo infilati nei libri letti ridendo e scherzando e dando vita ai personaggi. “Abbiamo intercettato gli autori sulla rampa di lancio e li abbiamo invitati quando ancora erano sconosciuti per poi applaudirli vincitori di premi nazionali. Il grande orgoglio di aver scoperto scrittori sconosciuti non deve lasciarci perché è questo il segno connotativo del gruppo o almeno il suo momento più vitale. Chi mai sarebbe potuto andare a Dinterbild se non ci fosse stata in noi quella curiosità imprescindibile che ci ha reso lettori inusuali? Mi auguro che quella molla rimanga in noi in quell’esperimento antropologico e sociologico di cui il nostro gruppo di lettura da sempre vuol rendersi protagonista”.
Per Anna Mottola “frequentare il bookclub è lo stato di grazia che cerchi in città: vai lì, ti siedi, incontri persone fantastiche che ti aprono mondi nuovi, si parla di libri, autori vita e vite, esperienze e ricordi, un bel mix condito di sano umorismo, tanto affetto, risate, battibecchi e ascolto, oltre che patate fritte e qualche polpetta… cosa volere di più?”.
Aggiunge Patrizia Talarico “Abbiamo viaggiato insieme in giro per il mondo seduti comodamente in poltrona.Abbiamo conosciuto luoghi e persone appassionandoci ed emozionandoci per le loro storie.Ed ora... State comodi, il viaggio continua”.
Daniela Fittante fa trasparire un po’ di emozione “ho lasciato la Capitale con dolore, anche per le mancate presentazioni libri di vari autori, ma con voi ho conosciuto un Capitale, di parole vive, di sguardi, di risate, di confronto che in nessuna libreria capitolina ho avuto modo di incontrare. E con voi si sta sempre bene. Grazie”.
Stesso sentimento per Carla Valle “Sono felice di stare nel gruppo perché ancora oggi ogni tanto mi sento una straniera e voi mi date la sensazione di essere a casa. Grazie. Che Dio c'a manni bona”.
L’opinione di Marzia Ioculano sulla letture è che essa sia “… di norma, un’esperienza solitaria che apporta ricchezza interiore... condividerla con altre persone che hanno la tua stessa passione la rende sublime.L’esposizione dei pensieri e delle sensazioni, che anche solo una frase letta ha suscitato, aiuta se stessi a mettere a nudo la propria anima e permette al prossimo di cogliere la sensibilità che troppo spesso, per pudore, nascondiamo.In questi giorni di pandemia, mi manca questa dolce condivisione, perciò, l’augurio è che tutto finisca presto per poterci sì riabbracciare sentendo di nuovo quel calore che al momento ci è stato negato, ma anche per poterci stringere attraverso l’intreccio di emozioni espresse che solo i libri sanno regalarci”.
Felice Ferraiuolo pensa che “Incontrare un gruppo di persone, di amici che condividono una stessa passione (con diverse gradualità), è una di quelle occasioni di cui si deve essere grati a Dio ed alla vita.Un’ “Agorà” letterario dove incontri di idee, opinioni e critiche si sono scontrati nel rispetto reciproco e dove con la speranza che questa "guerra" finisca presto ci si possa di rincontrare…presto.Colgo l’occasione e voglio ringraziare tutti perché pian piano state riaccendendo in me antiche passioni e sentimenti letterari e non solo…. Ieri pensavo al primo libro che ha suscitato in me la voglia di leggere ed era “il permesso” di Mario Lodi, che mi fu regalato da mia zia… Grazie!”.
Annamaria Persico regala al club del libro un racconto breve: “L'acqua è il mio "elemento", pensò. Accarezzò quasi voluttuosamente la bianca schiuma profumata di agrumi, poi tolse il tappo e sorrise, mentre la vedeva lentamente scomparire. Aprì di nuovo il rubinetto ripetendo per l'ennesima volta quel gesto con una piccola rotazione del busto e...Omioddio! Si accorse che non c'era più nulla da lavare! Nulla, neanche una tazza, un piattino, nemmeno un cucchiaino... si girò e vide intorno a sé la sua cucina linda e lucida come non mai, in un attimo davanti agli occhi le comparvero le altre camere con le tende e i centrini profumati, mobili e libri senza neanche un granello di polvere. Capì amaramente che aveva già lavato e disinfettato tutto, anche due volte, e non poteva neanche passare di nuovo l'alcol alla porta d'ingresso perché il vicino si era già lamentato della puzza. Allora pianse, si accasciò su una sedia, naturalmente dopo averla pulita con l'amuchina. Calde lacrime le scesero per il viso, "che mi sta succedendo", si disse "eppure so che dovevo fare qualcosa"... Nel silenzio inquietante di quei giorni strani, squillò il telefono e lesse: xy Book club. Mary finalmente sorrise, con sguardo fiero si tolse il grembiule e lo lanciò dalla finestra. "Sono pronta", gridò, e si diresse finalmente verso la libreria. (24 marzo, 16* giorno di clausura, Pianeta Terra, Italia)”.
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