La misurazione della temperatura corporea prima di entrare nel presidio ospedaliero? Con calma. Nonostante la direttiva dell’azienda in cui si assicuravano i rigidi controlli nei presidi del Pugliese e del Ciaccio, in quest'ultimo presidio “parte” con comodo dopo le 8 di mattina. Nel frattempo, al Ciaccio, è già entrato il personale, gli operatori delle pulizie hanno finito il proprio lavoro (molto prima) e, soprattutto, sono arrivati i primi pazienti in attesa dei prelievi.
Il personale, come in ogni altra struttura ospedaliera in questa fase di emergenza da coronavirus, è sotto pressione ed ovviamente è intimorito da potenziali casi esplosivi. Sanno bene che per il tipo di pazienti in cura (spesso immunodepressi) una piccola distrazione sui controlli potrebbe costare carissimo. Queste ultime due settimane in cui l’Italia è diventato l’epicentro della pandemia mondiale hanno dimostrato come gli operatori ospedalieri siano fortemente esposti al rischio di essere infettati dai pazienti Covid. Per questo non va giù che le contromisure “interne” non siano rigorose come, invece, richiederebbe il pericolo.
E non è il solo flusso d’ingresso ad impensierire gli operatori. Da qualche giorno è stata chiusa, con tanto di catena, la porta dell’uscita di emergenza di Radiologia. Un modo per catalizzare l’intero traffico dall’ingresso principale. Ma appunto se poi i controlli della temperatura corporea hanno le maglie temporali troppo larghe si crea un pentolone. A quel punto, senza via di fuga.
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