Coronavirus. Aned: "Il silenzio della presidente Santelli sui Piani di emergenza per i centri di emodialisi calabresi ci preoccupa tanto"

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images Coronavirus. Aned: "Il silenzio della presidente Santelli sui Piani di emergenza per i centri di emodialisi calabresi ci preoccupa tanto"
Coordinatore nazionale prevenzione dell'Aned, Pasquale Scarmozzino
  20 marzo 2020 16:38

"L’infezione da Coronavirus, manifestatasi in Calabria già a Cetraro e Catanzaro, forse oggi anche in altri centri, galoppa anche per mancanza di piani di prevenzione. In considerazione delle difficoltà nel reperimento dei dispositivi di sicurezza per pazienti, della carenza numerica del personale anche iniquamente distribuito e, soprattutto, delle strutture vetuste con problemi di sicurezza gestionale, il mondo dei nefropatici merita grandissima sensibilità che, tuttora, non vediamo". E' quanto si legge in una nota stampa diu Pasquale Scarmozzino coordinatore prevenzione dell'Aned.

"Catanzaro ha tre centri di emodialisi. - prosegue la nota - Solo uno di essi, il Materdomini, per l’adeguatezza di accesso ai locali è appropriato alla gestione dei pazienti con infezione da Covid-19. E allora, perché il Pugliese Ciaccio gestisce oltre i 60 pazienti accreditati? Perché solo al Pugliese Ciacco è lasciato l’onere della gestione dei pazienti con comorbilità? E perché il Pugliese Ciaccio deve farsi carico anche di tutte l’emergenze dei 200 trapiantati renali e 500 dializzati dell’intera area centro? Perché il Pugliese dal 1° luglio 2014 si trova con un primario facente funzione di Nefrologia e Dialisi, e altri primari sono presenti a tempo parziale anziché pieno? Questo e tanto altro vorremmo discutere con la presidente Santelli ed evitare di lasciare ancora nel limbo i nostri pazienti".

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"Si alzi forte – come fa Aned da tempo - la voce anche della comunità nefrologica calabrese, particolarmente colpita dall’emergenza COVID-19. Oggi, la Società di Nefrologia (SIN) non riesce a rappresentare sia a livello nazionale che locale le gravi criticità che i pazienti renali, vivono specie al Sud Italia. Essa, solo così può assumere un ruolo delicato di una specialità sempre in prima linea per le complicanze acute delle malattie infettive. Era questo il momento per ritagliare al nefrologo il giusto peso che ha nel Sistema Sanitario Nazionale ed invece si è scelto di relegarlo in un piano secondario, fuori dalla trincea, anche se nella realtà è in prima linea".

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"Alla presidente Santelli chiediamo incontro, - si legge ancora - non più procrastinabile, mentre al presidente SIN di pensare al servizio pubblico, su cui, a breve, nelle regioni meridionali potrebbero scaricarsi tanti pazienti positivi provenienti dai centri dialisi accreditati, aggravando il Sistema Sanitario Nazionale. Sistema che - conclude la nota - proprio con il Covid-19 ha trovato la sua centralità e fatto comprendere a tutti gli italiani la sua insostituibilità".

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