Coronavirus. Calabria zona rossa, i Quartieri: "Responsabile è il governo regionale di centrodestra"

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Alfredo Serrao

Nota di Alfredo Serrao, presidente dell'associazione catanzarese.

  04 novembre 2020 15:55

di ALFREDO SERRAO*

Oggi è la giornata delle Forze Armate e dell’unità d’Italia, il Presidente della Repubblica rimarca il senso di responsabilità: “insieme supereremo questi giorni difficili”. Quel valore di responsabilità che aveva rimarcato sempre il Presidente Mattarella, quando sottolineava l’esigenza: “una leale collaborazione fra le Istituzioni”. Gli appelli e le raccomandazioni del Presidente della Repubblica, cadono sempre nel vuoto rispetto ad una classe politica, che in Calabria ha manifestato compiutamente di essere sciatta, inadeguata e soprattutto pericolosa.

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Non c’è responsabilità e nessuna leale collaborazione se, ad esempio i dati del contagio di ieri in Calabria, vengono corretti al ribasso, una specie di baro della “carta vince, carta perde”, alimentando quei dubbi espressi dalla classe scientifica e medica, che già da tempo avevo lanciato l’allarme.

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Siamo allora nell’assoluta anarchia e nella follia di chi dovrebbe governare sia a livello politico, che a livello sanitario. Il risultato? La Calabria è stata dichiarata “zona rossa” con tutti i danni economici e le restrizioni che i cittadini dovranno subire, senza averne in concreto alcuna responsabilità, salvo aver chiesto a degli incapaci autentici di governare…

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Questa responsabilità è perfettamente ascrivibile alla maggioranza di centrodestra che oggi governa la regione Calabria, che dopo la prima ondata di pandemia si è rivelata colpevolmente incapace di programmare e di attuare una road map certa per affrontare la seconda ondata, che era stata ampiamente annunciata. Si sono preoccupati di nascondere la polvere sotto il tappeto, perché da noi, in Calabria, si rischiava soltanto di ingrassare…

Ebbene no, da noi non si rischia di ingrassare, si rischia di morire. Si rischia di morire da soli come i cani, se gli ospedali non hanno avuto l’aumento delle terapie intensive, ricordiamo che il dato significativo in sei mesi è stato di 6 unità e che, avere i respiratori imballati non significa poter rendere operativi altri posti letto di sub-intensiva o di intensiva, se manca il personale dedicato.

D’altronde la mancanza di personale sanitario ed ausiliario nelle strutture ospedaliere, come la chiusura di tanti reparti e il declassamento di altre strutture ospedaliere decentrate, che oggi avrebbero fatto la differenza, ha una regia, che è certamente quella della struttura del commissario, ma che non assolve la componente politica, che rispetto ad una tutela della salute pubblica, pensa bene a mettersi d’accordo soltanto per occupare le caselle delle nomine in sanità.

Ai cittadini importa poco se il generale Cotticelli dice di dimettersi, interesserebbe sapere chi sono “le menti fine” che hanno ostacolato la sua attività, come lo stesso ha detto e non detto… Non è nemmeno importante assistere al “gioco delle comari” che fanno da una parte il commissario dell’AOPC e del Materdomini, il dottore Zuccatelli e dall’altro il rettore De Sarro, per una serie di argomentazioni, sia perché sono entrambi profumatamente pagati con i soldi dei calabresi, sia perché parlano, senza concretizzare, di un qualcosa che non è una loro proprietà, ma resta un bene inalienabile dei cittadini, ai quali bisogna garantire il diritto alla salute. Siamo stanchi di dovere vedere commissari con il trolley sempre in mano, che sono presenti due giorni a settimana, non esclusi nemmeno i commissari dell’Asp di Catanzaro, quelli che dovrebbero essere, come ci è stato insegnato, i primi ad entrare e gli ultimi ad uscire, almeno a livello di esempio.

Altro è l’esempio che ci è stato dato. A Catanzaro al netto della commedia di cattivo gusto fra Zuccatelli e De Sarro, mancano i posti Covid e l’ipotesi di Villa Bianca, qualora poteva essere perseguibile, non sta a noi dare un giudizio tecnico, è stata affossata per una volontà di Zuccatelli, alla quale la politica non ha saputo opporre né una resistenza, né un argomentazione, valgono di più posti da distribuire nella spartizione della torta, visto che è la politica che nomina i vertici delle aziende sanitarie e ospedaliere. Il risultato è quello che ormai vediamo tutti, uno sbando totale che mette a rischio la vita dei calabresi.

Il tracciamento del virus con i tamponi è diventata un odissea, per la mancanza di laboratori attivi sul territorio e, quelli che lavorano sono nel caos assoluto. Senza parlare di Usca (Unità speciali di continuità assistenziale) quelle che dovrebbero tracciare e seguire sul territorio i contagi a domicilio. Basta un dato nella provincia di Catanzaro su 24 Usca previste, ne sono state attivate solo 11, per una responsabilità dell’Asp territoriale, quella che in situazioni di contagio nelle strutture del territorio, oggi attive, lascia tutti in balia delle onde, senza seguire dal punto di vista sanitario i focolai. Diciamo allora che la vicenda di Chiaravalle Centrale ha un suo perché, se non ha insegnato niente a chi dovrebbe gestire la sanità territoriale.

Non vogliamo parlare della mancata attuazione, che assume risvolti penali, delle ordinanze del marzo 2020, che imponevano un tracciamento periodico del virus nelle strutture dove sono residenti i fragili, gli anziani, niente è stato fatto, nessuno ha controllato ed oggi i focolai sono ritornati attivi. Conteremo i morti? Chi avrà la responsabilità?

In queste ultime ore la politica si affanna, diventa presenzialista solo per cercare di lavarsi l’anima, quando non esiste una programmazione sui Covid Hotel, mentre altri come il presidente del Consiglio Regionale, Tallini chiedono di recuperare sul territorio nuovi posti letto Covid, magari chiedendo la disponibilità alle strutture private. Ci domandiamo quali dovrebbero essere queste strutture private? Sono sempre quelle che in normalità lavorano, pur avendolo pagato, con personale ridotto, mal retribuito, facendo solo cassa sui degenti, senza dispositivi DPI o peggio ancora in regime di risparmio anche su questi e con tantissimi limiti strutturali, che avrebbero dovuto decretarne la chiusura oltre al mancato rispetto delle norme previste dalla regione Calabria?

Comprendiamo che assistere malati Covid aumenta in modo esponenziale il rimborso giornaliero, ma crediamo che sia finito il tempo dei mercanti, che la salute non è solo un conto economico e che la politica, certa politica collusa e colpevole, non può più operare in una logica di complicità. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, di chi riesce a valutare senza dover difendere l’appartenenza, quella che sarà una correità manifesta, se nella malaugurata ipotesi dovremo vedere anche noi portare via le bare con i camion dell’Esercito. Noi non crediamo che in questo quadro di complicità e di irresponsabilità, si possa fare in Calabria politica ed imprenditoria sanitaria, non ce ne facciamo una ragione, perché i fatti sono chiari, la Calabria è zona rossa.

Senza non considerare che la scienza ed i massimi esperti nazionali del settore, annunciano già da oggi una possibile nuova ondata del Covid-19 sul finire della stagione invernale. Come lo affronterà la Calabria? Quale sarà la risposta?

                                                                                        *Presidente dell'associazione "I Quartieri"

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