Coronavirus. Capellupo (Alberghi per la Gioventù): “Si mettano a disposizione le strutture in tutt’Italia per malati e persone in difficoltà”

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Filippo Capellupo
  23 marzo 2020 22:46

Mettersi immediatamente a disposizione per andare in soccorso a malati, personale sanitario e persone in difficoltà, offrendo piena e immediata disponibilità delle strutture, gli “ostelli” che fanno parte di questa storica rete di accoglienza “low cost” attiva in Italia dal lontano 1945, di fatto uno dei più antichi Enti Morali italiani, federato con oltre 60 Paesi del mondo con organizzazioni nazionali gemelle. 

“In questo momento così difficile - dichiara Filippo Capellupo, Presidente nazionale dell’Associazione Italiana Alberghi per la Gioventù, che pure sta attraversando un momento critico, - in cui è indispensabile, urgente, ‘vitale’ disporre di nuovi spazi per far fronte all’emergenza sanitaria e umanitaria, credo che anche la nostra rete di accoglienza debba fare la propria parte e non rimanere fuori dalla ‘gara’ di solidarietà che sta muovendo, con grande senso civile, la nazione a sostegno di tutti i cittadini e le comunità colpite da questa tragedia". 

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In questo momento, oltre la solidarietà, la vicinanza, il sostegno dello Stato - prosegue - serve la forza e la generosità dell’associazionismo: quello che in Italia, da sempre, in casi estremi come questo, sa sfoderare grandi e straordinari esempi di fattività. La rete dell’A.I.G. dispone di rilevanti strutture sparse sul territorio nazionale, a cominciare dal grande Ostello “Piero Rotta” in viale Salmoiraghi a Milano, poi a Bergamo, Ravenna, Firenze, Perugia, Cagliari e di tante strutture che negli anni, come quelle di Napoli, Palermo, Bologna, solo per citare le più grandi, sono state utilizzate come Ostelli per la Gioventù.

"Strutture ben organizzate, efficienti, capienti, accoglienti per giovani, studenti, sportivi, famiglie, turisti e prontamente convertibili all’esigenza. Penso debba essere immediata la messa a disposizione, come peraltro già avvenuto in occasione di epidemie, terremoti, esigenze legate alla migrazione, da parte dell’Ente e delle Amministrazioni pubbliche che, nella gran parte dei casi, ne detengono la proprietà. Poi torneremo al turismo, come già abbiamo fatto molte volte nei 75 anni di storia - conclude Capellupo -, sperando di poterci rialzare tutti assieme”.

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