Coronavirus. Dopo il grido di aiuto di una giovane che non può tornare in Calabria, i comunisti: "Nessuno resti solo"

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Un aereo
  19 aprile 2020 16:29

"Abbiamo letto la lettera che una giovane calabrese (leggi qui) ha inviato alla Presidente della Regione Calabria Jole Santelli in merito alla situazione in cui si trovano tanti nostri corregionali che, trovandosi al di fuori della nostra regione per motivi di lavoro o di studio prima del lockdown, hanno deciso responsabilmente di restare lontano dalle loro case e dalle loro famiglie". E' quanto scrivono il Partito della Rifondazione Comunistra e i Giovani comunisti.

"Tuttavia, col passare dei giorni passano si intensificano disagi, sia psicologici che economici, derivanti dalle misure restrittive. Ci si trova senza lavoro, con affitti da pagare o in scadenza, con il rischio concreto di restare senza un tetto. Siamo anche noi preoccupati dal fatto che non si sia provveduto a dare risposte circa il rientro in Regione di queste persone, che hanno sempre dichiarato di voler rispettare le misure di isolamento domiciliare una volta rientrati, senza incorrere in blocchi e sanzioni. La dura crisi che il Paese sta affrontando non viene pagata da tutti allo stesso modo. Va a colpire chi è già in difficoltà: precari, disoccupati, studenti.
Per questo non sono più rinviabili provvedimenti immediati e straordinari. Chiediamo, pertanto, che la Regione Calabria si faccia carico del viaggio di chi chiede di tornare.Le condizioni economico-finanziarie di molte famiglie calabresi, con la crisi determinata dal covid 19, sono peggiorate notevolmente: molti lavoratori subordinati hanno perso il lavoro, gli autonomi hanno visto i loro ricavi abbassarsi ulteriormente, ma nonostante ciò le famiglie devono continuare a sostenere tutte le spese come se la situazione fosse rimasta immutata rispetto a qualche mese fa", prosegue la nota.

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"Le rassicurazioni del governo sul "nessuno sarà lasciato da solo", sono state finora disattese. Secondo l’indagine Eurostudent 2017, il costo dell’alloggio per i fuorisede incide per il 38% sul totale delle spese sostenute durante l’anno, configurandosi come uno dei principali costi che gravano sulle spalle degli studenti e delle studentesse e dunque, nella maggioranza dei casi, delle loro famiglie. Pensiamo che le istituzioni non si possano girare dall'altra parte rispetto ai bisogni delle famiglie. Chiediamo alla Regione Calabria e ai sindaci dei comuni delle città con poli universitari di istituire un fondo perequativo che possa contribuire alla spesa dei canoni di locazione secondo un criterio di proporzionalità.
Chiediamo, inoltre, ai rettori dei poli universitari regionali di prendere posizione in merito e di far proprio il nostro appello", chiosa la nota.

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