di FRANCESCA FROIO
Due navi da crociera attrezzate per combattere il Covid -19 e situate rispettivamente a Gioia Tauro e Crotone. E' questa l'idea avanzata dal dottore Luigi Mazzeo, chirurgo pediatra catanzarese che vive e lavora a Roma. Navi, dunque, come porto sicuro per prendersi cura dei contagiati e preservare allo stesso tempo chi fortunatamente non lo è.
Dottore Mazzeo, parliamo di questa proposta che parte da lei come professionista, ma anche e soprattutto come uomo. Come nasce tutto questo?
"Questa iniziativa della nave da crociera come luogo sicuro per i pazienti affetti da COVID è stata già realizzata in altre città, come ad esempio Genova e New York. All’atto pratico si dovrebbero attrezzare due navi da crociera in modo che diano asilo ai pazienti affetti da COVID. I pazienti che potrebbero essere accolti sono tutti gli asintomatici che necessitano di un’altra dimora in modo da non infettare i loro familiari (difatti la trasmissione del virus all’interno della stessa casa è molto probabile). Al tempo stesso, sarebbero accolti i pazienti sintomatici che necessitano di assistenza sanitaria. Le navi potrebbero essere messe in opera in circa dieci giorni, come mi ha spiegato il Contrammiraglio della Marina Militare Mariano Mazzeo, che si è reso disponibile ad organizzare tale progetto".
Chi gestirebbe le risorse umane e da chi sarebbe composta la squadra operativa nella sua idea?
"La Regione Calabria in concerto con la Protezione Civile dovrebbe nominare una squadra composta da operatori sanitari diversi, in modo da garantire l’inter-professionalità. Ci si potrebbe basare sul modello di Genova, costituendo quindi una equipe con sei medici, quindici infermieri, dodici operatori socio-sanitari e un Coordinatore Sanitario. Inoltre, potrebbe essere utile aggiungere al team anche degli psicologi, che possano far fronte alle necessità dei pazienti, dei familiari e degli operatori sanitari stessi".
Quali sarebbero i costi?
"Parlare di costi in questo frangente in cui viene colpita così profondamente la salute delle persone sembra quasi paradossale ma, ahimè, è un aspetto che non deve essere trascurato. Le navi verrebbero fornite dall’armatore senza alcun costo! Sarebbero da coprire invece, da parte delle istituzioni, i salari del personale sanitario e dei presidi medici necessari".
Un investimento prezioso che non perderebbe di valore e di utilità al termine di tutto ciò, per quale motivo?
"Sarebbe utile perchè si isolerebbero rapidamente i soggetti affetti da COVID creando in breve tempo un ospedale da campo, sicuro ed efficiente, andando a coprire le necessità della regione, così come richiesto ad esempio dal sindaco Abramo sulla stampa nei giorni passati. Inoltre potrebbe proseguire con più sicurezza l’assistenza negli ospedali su terra dei pazienti non-COVID, limitando al massimo la trasmissione del virus. Tale nave ospedale si potrebbe utilizzare nel prossimo futuro in caso di recrudescenza dell'infezione e, inoltre, sarebbe un’opportunità per studiare tale virus di cui, purtroppo, ancora non sappiamo tutto".
Sono tante le persone che stanno supportando e condividendo la sua proposta in questi giorni, riconoscendole un alto valore funzionale e morale, ma questo è sembrato non essere abbastanza per dare il via all’attuazione di questo sistema nella nostra regione. C’è un messaggio che vuole lanciare a chi di competenza?
"Il progetto esiste. Le risorse umane e strumentali sono reperibili. La buona volontà di persone competenti potrebbe essere facilmente adoperata. Resta dunque alle istituzioni, dare il via a questo progetto che potrebbe essere così utile per la Calabria".
Qual è la Calabria che spera di trovare la prossima volta che farà ritorno?
"Una Calabria in cui la trasmissione del virus sia stata ormai interrotta e il minor numero di persone possibile abbia dovuto dire addio ai propri cari".
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