Coronavirus. In Calabria misure più restrittive di altre regioni. E si pensa a nuove zone rosse

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I controlli sul lungomare di Catanzaro Lido
  21 marzo 2020 14:55

Montebello Jonico, nel Reggino, e San Lucido, nel Cosentino, potrebbero presto non essere più le uniche zone rosse "cerchiate" dalla Regione. Oltre alle ordinanze presidenziali, altri sindaci hanno deciso autonomamente di barricare le proprie città comprimendo quasi del tutto gli spostamenti in entrata ed in uscita dai propri comuni.

Negli ambienti della Cittadella regionale preoccupa l’evoluzione dei contagi in alcune aree del Crotonese. E nella giornata di ieri si ragionava su come intervenire. Sopra la soglia di allerta sono finite Cutro ed Isola Capo Rizzuto, che appunto potrebbero essere oggetto di uno specifico provvedimento. Ma non si esclude l’opzione più allargata dell’intera provincia di Crotone. Una richiesta peraltro arrivata ieri dai sindaci del territorio (LEGGI QUI).

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L’ultima ordinanza del governatore Santelli, la numero 12 con cui si vieta lo sport all’aperto e si dispone la chiusura dei negozi di domenica (tranne farmacie di turno ed edicole), pone la Calabria fra le Regioni con il pugno più duro sulle restrizioni. L’ordinanza del ministro della Salute, Roberto Speranza, consentiva la corsa individuale vicino la propria abitazione, ma in Calabria non sarà così. Ed anche sulle chiusure domenicali, a livello nazionale, era stata accordata maggiore flessibilità rispetto al contenuto dell’ordinanza presidenziale numero 12.

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La rigidità si spiega con la fragilità del servizio sanitario regionale. Con più contagi, aumentano i ricoveri e i casi da Rianimazione. La Calabria non può permettersi particolari picchi. Anche per questo il dg del dipartimento della Salute, Antonio Belcastro, alla notizia dell’arrivo di due pazienti dalla Lombardia ha messo subito un freno: "Non possiamo permettercelo". 

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