Coronavirus. In fila per sottoporsi al tampone, spazientito, sputa contro i sanitari all'Ospedale Cotugno a Napoli

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images Coronavirus. In fila per sottoporsi al tampone, spazientito, sputa contro i sanitari all'Ospedale Cotugno a Napoli
Il tampone utilizzato dai medici
  11 marzo 2020 18:25

di MANUELA CORRERA 

Medici e infermieri in prima linea sempre più a rischio di contagio da nuovo coronavirus, anche, in alcuni casi, per comportamenti irresponsabili dei cittadini.

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E' il caso della dottoressa e dell'infermiere messi in quarantena a Napoli dopo che un uomo con sintomi febbrili in attesa di fare il tampone, spazientito, si è tolto la mascherina ed ha sputato contro di loro. Ma si allunga anche la lista dei 'medici eroi' morti dopo essere stati contagiati: al momento sono tre i decessi confermati, l'ultimo quello del presidente dell'Ordine dei medici di Varese, mentre solo in Lombardia si contano circa 1.200 operatori sanitari positivi al SarsCov2.

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Un atto gravissimo che "equivale a sparare", quello accaduto a Napoli all'Ospedale Cotugno, ha denunciato il direttore generale del nosocomio Maurizio Di Mauro: "Ho perso un medico e un infermiere validissimi che adesso devono stare in isolamento e non possono dare, come hanno fatto finora il loro prezioso contributo. Sputare addosso a una persona quando si hanno, in un momento come questo, sintomatologie e febbre, equivale a sparare, non c'è differenza".

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Ed ancora: "Sono indignato, ci sono ragazzi che stanno dando l'anima - sottolinea Di Mauro - stamattina ho visto i neo assunti, ragazzine di 23-24 anni che forse non sanno a che cosa stanno andando incontro, pronte a dare il loro contributo nella battaglia contro il coronavirus".

Intanto, un terzo decesso si è registrato tra i camici bianchi: dopo quelli di un medico lombardo e di una dottoressa veneta contagiati, oggi è morto il presidente dell'Ordine dei medici di Varese Roberto Stella. Medico di base di 67 anni, era ricoverato a Como per insufficienza respiratoria dopo aver contratto il nuovo coronavirus. Medici che muoiono o che si contagiano, ed i rischi sono analoghi per gli infermieri: solo in Lombardia, si stimano circa 1.200 contagi nel personale sanitario, mentre 130 sono i contagi tra i sanitari in Veneto. La ragione di ciò, denuncia il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli, è soprattutto nella mancanza di dispositivi di protezione che "sta perdurando anche in questi giorni, nonostante gli approvvigionamenti annunciati": "E' deprecabile - afferma all'ANSA - l'estrema superficialità con cui si è trattata finora la questione della sicurezza dei medici. Ancora oggi, sulla base delle segnalazioni che riceviamo, continuano a mancare ai medici ospedalieri e di base le mascherine, camici, occhiali e visiere. Ed anche i liberi professionisti, come ad esempio i dentisti, ne sono sprovvisti". Il fatto, avverte Anelli, è che "i medici rappresentano dei 'super-diffusori' del virus perchè, invece che andare incontro ad una trasmissione ad uno o 2 contatti come nella media, hanno una trasmissione fino a 10 contatti. E si tratta in gran parte di contatti rappresentati da persone e pazienti fragili, elemento che aumenta la drammaticità della situazione".

Ma l'esperienza cinese, afferma, "dimostra che la strategia per battere il SarsCov2 è 'bloccare' i super-diffusori. Per questo, proteggere i medici deve essere una priorità". Anche per Carlo Palermo, segretario del maggiore dei sindacati dei medici ospedalieri, l'Anaao-Assomed, "è inconcepibile che gli operatori sanitari vengano mandati in prima linea senza dispositivi di protezione: segnaleremo ai carabinieri Nas tali situazioni e sarebbe giustificato se i medici, in mancanza di protezioni, si rifiutassero di esercitare la propria attività, perchè lavorare senza protezioni significa mettere a rischio gli stessi ospedali e gli altri pazienti". Ma in questo contesto, nel giorno in cui l'Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato la pandemia da nuovo coronavirus, c'è anche chi vuole lanciare un messaggio di speranza mostrando solidarietà ai medici in trincea. I bambini di Modugno (Bari) hanno dipinto un arcobaleno e la scritta "andrà tutto bene" su lenzuola appese ai balconi delle case. L'iniziativa è di alcune mamme e si sta diffondendo in diverse città, per reagire con ottimismo all'emergenza. "Vogliamo lanciare un'onda di positività - dicono gli ideatori - L'auspicio per l'Italia è che #andràtuttobene. Abbiamo bisogno di pensieri positivi". 

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