Coronavirus. La Comunità "Progetto Sud" tra i primi firmatari dell’appello "Ricostruiamo il Paese"

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Don Giacomo Panizza
  24 aprile 2020 10:52

 La Comunità Progetto Sud è tra i primi firmatari dell’appello Ricostruiamo il Paese! per affermare l’importanza di garantire una vita dignitosa alle persone più fragili. "Non si tratta di aiutarle a sopravvivere ma a vivere appieno. Nessuno escluso e in fretta", dice don Giacomo Panizza.

La Comunità Progetto Sud si caratterizza come un’impresa sociale, anch’ essa impegnata a superare questo periodo di emergenza, che opera con personale assunto e volontariato perché per sostenere i deboli bisogna sostenere i loro famigliari, le infrastrutture, gli operatori e i servizi sociali e sanitari.

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«Siamo convinti – dice ancora don Giacomo Panizza - che la crisi attuale indotta dal Covid-19 richieda tanta cura ma anche riabilitazione, tanti interventi sanitari ma anche sociali tra cui quelli da rivolgere alle persone più fragili».

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La raccolta firme redatta e lanciata sulla piattaforma change.org  da imprese sociali e indirizzata al premier Giuseppe Conte, ricostruisce il ruolo fondamentale delle 20.000 imprese sociali in Italia, che contano più di 500.000 occupati e, con oltre 12 miliardi di valore della produzione aggregato, sono impegnate nel welfare, nella cultura e nell’inserimento lavorativo di oltre 50.000 persone svantaggiate.

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Sono imprese che in poche settimane hanno modificato la propria offerta di servizi e si sono impegnate per assicurare servizi essenziali ai cittadini e alle comunità in cui operano, ponendo particolare attenzione alle fasce più deboli della popolazione.

Con lo sguardo alla riorganizzazione dei servizi  e alle nuove povertà generate dall’ epidemia ancora in corso, l’ appello si snoda in sei punti e chiede al Governo ed a tutte le forze politiche presenti in Parlamento  l’adozione – in tempi rapidi – di alcune misure a sostegno delle imprese sociali, molte delle quali sono a costo zero.

«Condividiamo dunque questo appello  - conclude Panizza - affinché vengano sveltiti i tempi che trascorrono nei passaggi tra Stato, Regioni, burocrazie varie e Comuni nell’attuazione degli interventi urgenti e indifferibili di cui le persone hanno subito bisogno e diritto».

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