Coronavirus. La Fiom Cgil: "Già 4000 i lavoratori in Cig. I 39 milioni sono pochi, la Regione si attivi con il Governo centrale"

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  16 aprile 2020 15:26

In Calabria, la Fiom-Cgil, nei giorni scorsi, "con le modalità consentite dalla legge, ha svolto centinaia di consultazioni con le aziende del settore metalmeccanico, stipulando oltre 300 accordi riguardanti l'accesso ai diversi tipi di ammortizzatore sociale con la causale covid-19. Sono oltre 4.000 lavoratori e lavoratrici, di questo settore industriale, che sono stati collocati in CIGO, CIGS, FIS, CIGD, a secondo della tipologia di impresa, la maggior parte per 9 settimane e gestiti dall'Inps".

Lo rende noto lo stesso sindacato che, per la prima volta, in videoconferenza, ha riunito il Comitato direttivo regionale nel corso del quale sono stati affrontati i temi che stanno caratterizzando l'emergenza Covid-19.

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"Questo dato, collocato nel più complessivo riguardante tutte le categorie del lavoro pubblico e privato, dipendente ed autonomo - è scritto in una nota della Fiom calabrese - mostra la drammatica situazione abbattutasi sulla nostra regione già in grave crisi strutturale. Pertanto sono da considerare certamente insufficienti i 39 milioni di euro stanziati dal Governo per cassa integrazioni in deroga per la Calabria e occorre immediatamente aprire un confronto serrato al fine di un aumento delle risorse. Anche in Calabria, in questi giorni, non sono stati pochi i tentativi di diverse imprese di incunearsi nelle maglie del Protocollo sicurezza e dei codici A eco, al fine di venire riconosciuti come 'attività essenziale' e poter riaprire. Ciò che come Fiom-Cgil intendiamo ribadire è che la chiusura è stata determinata per impedire l'esplosione dei contagi, ancor più possibili per l'inadeguatezza dei dispositivi di tutela DPI, per una disattenzione cronica alle norme di tutela del lavoro nel nostro tessuto industriale che considera la sicurezza spesso un costo e non un valore".

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"Pertanto noi continuiamo a sostenere che le riaperture eventuali, considerato che il lockdown è fissato al 3 di Maggio, devono avvenire dopo le decisioni del governo assunte col parere dell'autorità sanitarie, e la verifica congiunta, rappresentanze sindacali e direzioni, in sede aziendale sulle modalità organizzative assunte in coerenza col protocollo sicurezza e le leggi. Noi auspichiamo che la fase di chiusura, per cassa integrazione, sia utilizzata da tutte le aziende per riorganizzare gli ambienti di lavoro, per rifornirsi di tutti i Dpi, per la previsione costante della sanificazione degli ambienti e per l'uso in sicurezza dei dispenser dell'acqua, dei bagni, degli spogliatoi, delle mense, ecc. A questo scopo andrebbero rafforzati i controlli delle autorità competenti anche attraverso un rafforzamento degli organici degli ispettorati del Lavoro, dei medici sanitari, ecc., più di quelli sulle strade vuote".

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Il direttivo della Fiom, sulla base delle indicazioni venute dai nostri delegati Rsu, Rsa, Rls, ha inoltre acquisito la consapevolezza che questa fase, deve servire alle Istituzioni Locali, a partire dalla Regione, per mettere mano ad un reale processo di riorganizzazione del sistema di mobilità, per garantire la massima sicurezza.

"Tra i lavoratori metalmeccanici c'è tanta paura per il futuro, per la perdita del lavoro ed il licenziamento. Nonostante primi segnali positivi le notizie che giungono dalle Istituzioni Europee non sono confortanti; serve una radicale modifica delle politiche neoliberiste, di austerità fasulla, finora dominanti; serve vincere la battaglia per una Europa solidale e che rilanci il suo modello sociale,con politiche comuni, sul fisco, sul welfare, sul lavoro. Serve una nuova centralità delle politiche pobbliche per un grande piano di rilancio industriale e di investimenti, a partire dal Mezzogiorno e dalla Calabria, e serve farlo contrastando l'illegalità e la criminalità economica, con regole trasparenti, procedure chiare e tracciate. Nessuno è in grado di sapere quanto durerà e come si uscirà da questa pandemia che tanti morti e lutti sta producendo. Sicuramente, per la Calabria sarà ancora più dura di prima perché più deboli e gracili sono le sue strutture politiche, sociali, produttive, istituzionali, di servizi e pertanto si avverte il pericolo che prevalgano egoismi e derive di degrado e di marginalizzazione. La FIOM c'è e ci adopereremo, nei luoghi di lavoro, nel territorio, come categoria, insieme a tutta la Cgil e con tutte le forze democratiche della regione, affinché prevalgano politiche solidaristiche".

"Per questo - conclude la Fiom - la presidente Santelli e la sua Giunta non devono pensare di essere autosufficienti e costruire un confronto serrato e concreto con tutti gli attori sociali per il bene della regione. Per questo auspichiamo che il Governo nazionale riscopra e percorra la 'Via Maestra' del dettato Costituzionale e affermi l'universalità dei diritti per tutti i cittadini ed i lavoratori".

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