Coronavirus. La Simet Bus lancia un appello: "Il Governo ci aiuti a programmare ripresa, il nostro settore è in grave sofferenza"

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Simet bus
  03 aprile 2020 14:52

“Da marzo ad oggi, dopo le direttive ministeriali e le ordinanze regionali del 9/11, oltre il 60% dell'intero fatturato è andato perso, più di 220 persone in cassa integrazione senza considerare l'intero indotto. Speriamo almeno di non perdere la domanda estiva che determina gli investimenti per l'anno di esercizio successivo”. Commenta così Gerardo Smurra, presidente di Simet Bus, l’azienda calabrese che opera nella lunga percorrenza, nel settore del turismo con noleggio autobus e con 5 agenzie di viaggio sul territorio nazionale.

La richiesta all’esecutivo è di mettere in campo, dopo l’emergenza, un grande piano di rilancio del turismo in Italia e sostenere le imprese con il sistema delle banche.

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“Siamo sul mercato da oltre 74 anni – continua Smurra – ed una situazione sanitaria ed economica del genere non si era mai registrata. Sin da quando è stata costituita, Simet, non ha mai spento i motori dei propri autobus rossi. È doveroso da parte nostra ringraziare tutto il personale per la disponibilità e la professionalità dimostrata all’azienda in questo difficile momento”.

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Attraverso l'associazione di categoria, Simet ha inviato al Ministro dei trasporti, ai capi di gabinetto e al governatore della regione Calabria gli interventi da adottare per tutto il settore, tenuto presente che l'intero indotto della lunga percorrenza genera un volume di affari tra i 250 e 300 milioni anno.

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“Il nostro – aggiunge Smurra - è diventato ormai un settore strategico per gli spostamenti door to door, e stiamo riscontrando diversi dubbi su alcuni provvedimenti presi o direttive emanate, perché qualora dovessero diventare obblighi assoggettati a sanzioni, sarebbe il tracollo dell'intero comparto oltre che dell'indotto che ne deriva”.

Ci auguriamo  - conclude - che il governo, attraverso la prossima manovra di aprile, dia il via libera ai diversi istituti di credito affinché le stesse banche possano essere oggi più di allora vicine alle imprese e che lo Stato faccia la sua parte contribuendo attraverso il fondo nazionale del trasporto, a far sì che anche la lunga percorrenza possa essere, in via straordinaria, sostenuta sia per gli investimenti ma soprattutto per la fase corrente, ovvero stipendi e fornitori”.

 

 

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