Coronavirus. La solidarietà arriva anche dalle carceri con una colletta per il banco alimentare

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Giovanni Bruno, Presidente Fondazione Banco Alimentare Olnlus
  20 aprile 2020 10:35

L’emergenza sanitaria causata dalla pandemia e le misure adottate per il contenimento dei contagi da Covid-19 hanno provocato, nel solo mese di marzo, un incremento del 30% delle richieste di aiuto relative a generi di prima necessità. Per questo, da sempre sensibile alle iniziative di solidarietà, anche il mondo del carcere intende portare il proprio fattivo contributo.

Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ha avviato, per la prima volta su tutto il territorio, una collaborazione con la Fondazione Banco Alimentare Onlus allo scopo di attivare una raccolta di generi alimentari che coinvolga tutti gli istituti penitenziari.

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Con una nota indirizzata nei giorni scorsi ai Provveditori regionali e ai Direttori, il DAP ha invitato ogni istituto a promuovere una colletta alimentare mediante il sistema del “sopravvitto”, attraverso il quale i detenuti possono destinare volontariamente al Banco Alimentare una parte della loro spesa settimanale. L’iniziativa è estesa anche al personale penitenziario, che potrà consegnare nei punti di raccolta attivati negli istituti i generi alimentari acquistati per la solidarietà.

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Ogni istituto concorderà successivamente con i responsabili dei Banchi Alimentari regionali le modalità di raccolta dei generi alimentari donati da detenuti e personale da parte di volontari della stessa Fondazione.

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Venerdì scorso il Banco Alimentare della Lombardia, tramite l’associazione Incontro e Presenza, ha ritirato la colletta alimentare realizzata dai detenuti della Casa di Reclusione di Milano Bollate: quasi 250 chili di… bontà per i più bisognosi del mondo “fuori”.

“Non c’è situazione che possa mortificare il desiderio di bene”. E' il pensiero di Giovanni Bruno, Presidente Fondazione Banco Alimentare Olnlus, di seguito un suo pensiero.

"È bastato un informale scambio di telefonate e di email per trovare l’appoggio convinto della Direzione Generale Detenuti e Trattamento del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria che, a firma del Direttore Generale Giulio Romano, ha inviato a tutti i Provveditori Regionali e a tutte le Direzioni degli Istituti Penitenziari, una comunicazione che non solo autorizza eventuali iniziative di Collette alimentari straordinarie all’interno delle carceri, ma anzi ne favorisce lo svolgimento tra detenuti e personale.

Non è del resto evento che nasce da strategie studiate a tavolino, ma dalla storia di tante Giornate Nazionali della Colletta Alimentare (GNCA) che il Banco Alimentare ormai da 23 anni organizza l’ultimo sabato di novembre davanti ai supermercati d’Italia e che ha visto l’adesione al gesto di numerose strutture penitenziarie.

L’educazione a questo gesto ha spinto in modo assolutamente imprevisto e imprevedibile i detenuti di alcune carceri in Italia, da Taranto a Milano Bollate, a promuovere spontaneamente collette per sostenere chi, “fuori”, si ritrova nel bisogno a causa dell’emergenza sanitaria che da subito si è manifestata anche come economica.

Queste iniziative ci hanno stupito e riempito di gratitudine e sollecitato a porre alle competenti Autorità la domanda di poter in qualche modo favorire e diffondere la possibilità di realizzare ovunque queste iniziative. È per noi un dovere diffondere e comunicare a tutti il bene che scorre nelle arterie della nostra Società e che hanno reso ancora più evidente quanto già scrivevamo al termine della scorsa edizione della GNCA: “Anche quest’anno abbiamo avuto la riprova che si può vivere un gesto di solidarietà in qualunque condizione ci si trovi; non c’è situazione che possa mortificare il desiderio di bene”.

L’immediata risposta delle autorità ha reso ancora più evidente che occorre farci tutti veicolo del bene e del desiderio di bene che comunque alberga nel cuore di ognuno, testimonianza preziosa particolarmente in questi momenti difficili.

A tutti va il nostro grazie convinto e avvertiamo forte il richiamo ad una responsabilità resa ancora più necessaria dalle caratteristiche straordinarie dei tempi che stiamo vivendo".

 

 

 

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