Coronavirus. L'avvertimento del ministero della Salute: "I test seriologici non possono sostituire i tamponi"

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La circolare del dipartimento Prevenzione Sanitaria conferma la linea di cautela sui test non molecolari. Questo avviene ad una settimana dall'avvio della sperimentazione su 150 mila italiani

  11 maggio 2020 19:04

Fra una settimana partiranno le chiamate ai cittadini prescelti come base di studio per i primi 150 mila test seriologici. Ma il ministero della Salute frena, ancora una volta, sull'affidabilità degli esami. In una circolare emanata lo scorso 9 maggio dal dipartimento della "Prevenzione Sanitaria" arriva l'avvertimento. "I test basati sull’identificazione di anticorpi IgM e IgG specifici per la diagnosi di infezione da SARS-CoV-2, secondo il parere espresso dal Comitato tecnico scientifico istituito presso il Dipartimento di Protezione civile, non possono - precisa la circolare-, allo stato attuale dell’evoluzione tecnologica, sostituire il test molecolare basato sull’identificazione di RNA virale dai tamponi nasofaringei, secondo i protocolli indicati dall’OMS".

I test seriologici sarebbero ancora "lacunosi" nel rilevare la "presenza di anticorpi neutralizzanti in grado di proteggere dalla infezione o malattia" e la "persistenza degli anticorpi a lungo termine". Inoltre, ancora non sono soddisfatte le soglie minime della specificità (95%) e della sensibilità (90%). Questo significa che c'è il rischio di falsi positivi e falsi negativi. 

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La circolare ministeriale fa alcuni esempi. "Un test anticorpale positivo indica se la persona è stata infettata da SARS-CoV-2 (se IgM positivi: infezione recente; se IgM negativi e IgG positivi: infezione passata), ma non indica necessariamente se gli anticorpi
sono neutralizzanti, se una persona è protetta e per quanto tempo, e se la persona è guarita. Si ritiene, pertanto, opportuno, in tali casi, l’esecuzione del test molecolare". "Un test anticorpale negativo - si legge ancora- può avere vari significati: una persona non è stata infettata da SARS-CoV-2, oppure è stata infettata molto recentemente (meno di 8-10 giorni prima) e non ha ancora sviluppato la risposta anticorpale al virus, oppure è stata infettata ma il titolo di anticorpi che ha sviluppato è, al momento dell’esecuzione del test, al di sotto del livello di rilevazione del test". In definitiva: "Tali valutazioni confermano che i test anticorpali non possono essere considerati come strumenti diagnostici sostitutivi del test molecolare".

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