Coronavirus. L'avvocato Conidi: "La giustizia deve pure andare avanti, ma non a discapito della salute pubblica"

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images Coronavirus. L'avvocato Conidi: "La giustizia deve pure andare avanti, ma non a discapito della salute pubblica"
L'avvocato Maria Claudia Conidi
  19 marzo 2020 17:16

di MARIA CLAUDIA CONIDI*

Oggi avrei dovuto essere, secondo quanto previsto da questo assurdo sistema, a Locri, in un processo con detenuti.

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Secondo, infatti, il  decreto-legge recante “misure straordinarie ed urgenti per contrastare l’emergenza epidemiologica da covid-19 e contenere gli effetti negativi sullo svolgimento dell’attività giudiziaria” in vigore per l’emergenza coronavirus,nel settore penale si tengono normalmente  le seguenti udienze: quelle di convalida dell’arresto o del fermo, udienze dei procedimenti  con prossima scadenza termini di custodia, quelle cautelari o in cui i detenuti, gli imputati, i proposti o i loro difensori espressamente richiedono che si proceda, nonché quelle, appunto, con detenuti, con imputati minorenni e altre che rivestano carattere d’“Urgenza”

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Queste sarebbero quelle in cui vi sia  la necessità di assumere prove indifferibili. La relativa valutazione, però, è rimessa al giudice o presidente del collegio, su richiesta di parte, con provvedimento motivato e non impugnabile. .

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Ad avviso di chi scrive, ciò vanifica la priorità assoluta, allo stato, della tutela del diritto fondamentale della salute, voluto dalla nostra carta costituzionale. Se in effetti di emergenza si tratta, con criteri di emergenza dobbiamo operare. E se è vero come è vero che la Giustizia deve pure andare avanti, ciò non deve assolutamente avvenire a discapito della salute pubblica, perché di questo stiamo  parlando-

Il diritto alla salute, come quello alla libertà è un diritto contemplato dalla Costituzione, ma la priorità assoluta ,oggi, deve  averla  il diritto alla SALUTE PUBBLICA; come sommo  bene  che giustifica,come ha di fatto giustificato nel presente  triste frangente,  interventi governativi atti a paralizzare l’economia di un’intera Nazione e che incidono ineludibilmente su tutto il quadro generale del sistema per come strutturato a livello economico ,politico e sociale-

Non si può, a mio modesto avviso, rimettere alla valutazione di un singolo, sia esso Presidente di Tribunale o GM, quello che potrebbe essere la messa in pericolo di più persone, cosa che accade quando si consente la celebrazione di processi penali con più detenuti e dunque con la compresenza in aula di più persone riunite , a totale dispetto di quelle che sono le norme igieniche elementari per le quali oggi un’intera Nazione è stata messa in ginocchio, anzi, un intero Continente.

Quale valore, mi chiedo, è più importante? Assicurare un soggetto al carcere o ai domiciliari, non fare scadere i termini di custodia cautelare che poi possono, anzi devono, essere sospesi in casi particolari,.o cercare di scongiurare la celebrazione di più funerali di persone che col carcere o il malaffare non ne hanno niente a che fare se non per lavorare col sistema giustizia, quali operatori di diritto?

Del resto è stata la stessa Consulta ad affermare più volte nel corso degli anni la necessità di effettuare il bilanciamento tra valori costituzionali, se non attraverso un’attenta ponderazione della rilevanza costituzionale dei valori in campo  stabilendo che l’esito di detto bilanciamento, quando c’è di mezzo il diritto fondamentale alla salute, non è ammissibile che comporti un pregiudizio delle prerogative fondamentali  derivanti dal diritto di cui siamo titolari.

E oggi gli Italiani chiedono in primis la tutela del diritto alla salute, anche dei detenuti, ovviamente.

Il decreto emesso  in data 7 marzo 2020, su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri e del Ministro della giustizia, è  secondo me alquanto criticabile sotto quest’aspetto e in poche parole  agisce come si dice “a scarica barile” ,assegnando la responsabilità ai singoli Magistrati che d’ora in poi avranno, nel presente frangente, anche il potere di decidere sulla vita di chi dovrebbe ossequiare la loro valutazione di “urgenza”.

Ma secondo me, più urgente della vita che è ora e forse non potrebbe più  esserlo domani per questa pandemia, non c’è nulla.

 A questo punto non posso che farmi venire in mente le parole del Procuratore Gratteri, quando ha detto in conferenza stampa che la Ndrangheta controlla il respiro, il battito cardiaco di ognuno su tutto il territorio nazionale. Chi mi dice allora, che chi decide su questa ”urgenza” non sia “condizionato” o comunque pressato da chi sul territorio vuole la celebrazione dei processi, specialmente quando questi  potrebbero comportare qualche beneficio a qualcuno o, al contrario, qualche problema per qualcun altro?

La coartazione psicologica non è facile da provare, ma facile da indurre, anche con un semplice sguardo, in certi casi.

E secondo me un provvedimento Governativo, in un momento simile, imponeva la certezza assoluta della salvaguardia della salute in primis, null’altro.

Pensate quanti paesi avrei dovuto solcare stamani per arrivare sino a Locri, infettandomi o infettando altri a mia volta,   o quanti virus avrei potuto portare a Catanzaro rientrando dal versante Ionico, per un processo “urgente” più della mia e vostra salute? E’ accettabile tutto questo? Per me no. E questa l’Italia dei valori? Se così è, io mi vergogno di essere italiana.

* avvocato

 

 

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