Coronavirus. L'avvocato Talerico e le sigle sindacali uniti: “Tamponi a tappeto e test diagnostico per tutti. Subito"

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Il tampone utilizzato dai medici
  18 marzo 2020 10:35

Anche noi in Calabria dobbiamo procedere subito con i tamponi a tappeto, se non vogliamo rischiare di essere travolti da una diffusione che rischia di creare concretamente molte vittime. E’ questa la prima strategia da adottare contro la Pandemia.

Se nel Veneto il Governatore Zaia intende fare il tampone a oltre 4 milioni di abitanti, ancor più in Calabria che siamo meno di 2 milioni è obbligatorio farlo, partendo prima di tutto dal personale sanitario che lavora in prima linea e che pertanto va tutelato, come detto anche dal Ministro della Salute.

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Per ogni operatore in forza all'ospedale che viene meno, la macchina operativa interventistica rallenta, con tutte le ricadute negative su un sistema già ai limiti, che rischia di compromettersi prima ancora di dover affrontare il peggio (sono stati accertati ben 6 sanitari positivi al test del covid-19 soltanto in una giornata).

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Ciò si impone per due ordini di motivi:

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  • Le prescrizioni del Decreto sull’emergenza per le misure straordinarie per la Sanità ha escluso la quarantena per i medici e infermieri che sono venuti a contatto con persone positive al Coronavirus. La quarantena per i sanitari è prevista solo nel caso di sintomi significativi o nel caso in cui il personale dovesse risultare infetto a seguito di esame tampone;
  • Il nostro sistema sanitario regionale non è in grado di reggere e di fronteggiare numeri importanti di malati covid-19 e, si rischierebbe il collasso con esiti devastanti già nel giro di pochi giorni.

Non è allarmismo, è la realtà che molti hanno inteso negare o non prevedere prima.                 

Avevamo un vantaggio rispetto alle altre Regioni maggiormente colpite che non abbiamo saputo sfruttare. Soltanto qualche giorno fa abbiamo inteso procedere a manifestazioni di interesse per reperire ed acquistare materiale sanitario che avremmo dovuto cercare almeno un mese fa e, non oggi quando i contagi si sono estesi in maniera esponenziale in tutta Europa (in tutto il Mondo…) sino a rendere difficile, se non impossibile, reperire DPI, ventilatori polmonari, monitor e tutti quegli strumenti che sarebbero occorsi per resistere all’ondata che adesso rischiamo di dover combattere senza armi, quando avremmo potuto avere i cannoni.

Anche l’OMS ha ribadito in questi giorni l’importanza di procedere al test del tampone.

Proprio per questo abbiamo bisogno di una prevenzione e controllo capillari ed immediati, adottando  misure di osservazione e monitoraggio precise, al fine di contenere ulteriori diffusioni.

Dobbiamo dividere il Territorio paese per paese, città per città, provincia per provincia, anche ed eventualmente con l’aiuto dell'esercito, adottando misure ancora più drastiche rispetto a quelle in essere (c’è ancora troppa gente in giro…).

Per fare tutto questo, visto il ritardo, non abbiamo bisogno di task force (dovevamo pensarci prima) elefantiache composte da tanti nomi anche importanti, che difficilmente potranno coordinarsi e trovare soluzioni rapidamente.

ABBIAMO BISOGNO DI UN COMMISSARIO STRAORDINARIO PER L’EMERGENZA CON PIENI POTERI DECISIONALI !

Non abbiamo neanche attivato i protocolli con le Asp, che oltre ad essere privi degli strumenti per fare prevenzione, non sono state coinvolte nel c.d. Piano di Emergenza che ancora non abbiamo avuto la possibilità di leggere, nonostante si sia già in piena emergenza.

Qualcuno oggi ci risponderà dicendo che non siamo in condizioni per fare uno screening rapido su tutta la popolazione e, noi risponderemo che nonostante il ritardo dobbiamo sperare di arrivare in tempo.

Del resto, con il nuovo test diagnostico a mezzo tampone per avere l’esito basterà attendere circa un’ora e mezzo rispetto alle sei ore attuali.  

Dopo il personale sanitario, si potrà procedere ad ulteriore screening mediante i tamponi stabilendo dei criteri di indagine individuati dagli esperti, partendo dai soggetti più a rischio fino ad arrivare all’ultimo cittadino calabrese. 

Più casi saremo in grado di isolare, maggiore sarà la possibilità di ridurre la diffusione del virus evitando tante vittime !  

Sotto altro aspetto è inutile far fare la quarantena ad un soggetto sospetto o positivo al coronavirus all’interno del proprio nucleo familiare, così si rischia di infettare l’intero nucleo e di creare un circolo vizioso. A tal proposito andranno individuate strutture private o pubbliche per isolare questi potenziali nuovi “untori”.

La recente notizia dei sei operatori sanitari del reparto nefrologia e dialisi risultati positivi (un medico e cinque infermieri) che si aggiungono al caso del paziente verificato lo scorso sabato, deve farci riflettere sulla necessità di procedere subito allo screening di tutta la popolazione e nei vari territori, evitando di far muovere e circolare le persone fuori dal loro comune.

Le strutture sanitarie sono in attesa di riuscire a reperire DPI, ventilatori polmonari e tutti gli ulteriori strumenti e presidi sanitari urgenti ed indispensabili che potrebbero non arrivare o arrivare in ritardo.

Ecco perché la soluzione obbligata è quella di evitare ulteriori contagi e picchi che sarebbero ingestibili.

Quanto poi durerà questa emergenza globale, dipenderà anche dai nostri comportamenti.

Dobbiamo rispettare chi combatte per noi…i Medici e gli Infermieri che con il loro coraggio combattono anche le Nostre paure.

 

Avv. Antonello Talerico

 Dr. Nino Accorinti – Segretario Regionale (CISL Medici)

 Dr. Giorgio Ferrara – Segretario Regionale (CIMO)

 Dr. Armodio Lombardo – Segretario Regionale (FASSID REGIONALE)

Dr. Gianluca GrandinettiSegretario Regionale (FVM (FIALS, FISMU, SIVEMP, SMI) 

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