I Consiglieri comunali di Forza Italia Antonio Mastroianni e Matteo Folino del comune di Lamezia Terme scrivono al Presidente del Consiglio dei Ministri On. Giuseppe Conte.
"Ci permettiamo di scriverLe, - esordiscono - prima che da consiglieri comunali della città calabrese di Lamezia Terme, da semplici cittadini che abitano e vivono questa terra martoriata e abbandonata da tutti. Come certamente Lei saprà, la sanità in Calabria, ultima nell’erogazione dei livelli essenziali di assistenza, risulta commissariata da diverso tempo a causa di una vecchia politica che non ha saputo tutelare il diritto alla salute dei calabresi, chiudendo reparti e/o addirittura intere strutture ospedaliere per motivi meramente economici. La pandemia che ci ha colpito è sicuramente la sfida più difficile che la nazione si appresta ad affrontare dai tempi della seconda guerra mondiale. Le manovre adottate non hanno finora avuto i risultati sperati, perché il prezzo che oggi l’Italia sta pagando è ancora troppo alto, visto il numero di concittadini che ogni giorno continuano a morire. In una tale situazione emergono con estrema forza le criticità del comparto sanitario italiano, che ha la nobiltà di essere pubblico, ma la limitatezza di non essere sempre efficiente".
"Medici e infermieri sono numericamente insufficienti - proseguono i due consiglieri - e i valorosi presenti in corsia stanno facendo turni massacranti lavorando in condizioni al limite del possibile, anzi in molti casi hanno già raggiunto l’impossibile.I nostri sanitari vengono definiti “eroi” e sicuramente oggi lo sono, ma in uno stato civile ed evoluto come l’Italia abbiamo il dovere di metterli nelle condizioni di poter lavorare in sicurezza e tranquillità anche nelle situazioni emergenziali. Mancano mascherine, tute, visiere, tamponi e respiratori, ma quello che non manca è la volontà di servire la nostra amata terra, anche a costo della propria vita".
"È in tempi come questi che il nostro Inno, - proseguono - che ormai dimora sui nostri balconi, si incarna nella risposta di migliaia di medici e infermieri che gridano a gran voce il loro “sì”, dimostrando di essere davvero pronti alla morte per tutti noi, tuttavia riteniamo che la proposta del Governo non sia adeguata a cotanto sacrificio. Non è accettabile offrire contratti di sei mesi solo per contrastare l’emergenza e poi dimenticarci di tutto alla fine della guerra. Crediamo sia un dovere della nazione porgere il nostro più sentito ringraziamento rendendo indeterminate le loro assunzioni e questo non solo perché hanno posto la loro missione professionale prima della propria vita, ma anche e soprattutto per l’efficientamento della sanità italiana che deve imparare dagli errori e rialzarsi più forte di prima".
"Questa pandemia ci insegna che dobbiamo investire nella sanità e nella ricerca, tenendo questi comparti lontani dalle logiche dei tagli economici, con la diligenza di un buon padre di famiglia, e Lei in quanto giurista ne è maestro, che mai potrebbe mettere a repentaglio la vita dei suoi figli. Per ultimo, - concludono - ma non di certo per importanza cogliamo l’occasione per ricordare che eroi sono anche farmacisti, commessi, forze dell’ordine, protezione civile, autotrasportatori, operatori ecologici, dipendenti pubblici e tutti coloro i quali rimangono impegnati in prima linea per garantire a tutti noi i servizi essenziali. Signor Presidente il nostro umile appello è che il nostro paese si ricordasse di questi eroi anche dopo che questa guerra sarà finita e l’avremmo vinta. In fondo stanno salvando l’Italia, il paese più bello del mondo".
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