Coronavirus. Lettera di Antonio Nisticò ("I Quartieri") al presidente del Consiglio Conte: "Il decreto liquidità doveva essere un mezzo per le piccole medie imprese"

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images Coronavirus. Lettera di Antonio Nisticò ("I Quartieri") al presidente del Consiglio Conte: "Il decreto liquidità doveva essere un mezzo per le piccole medie imprese"

  21 aprile 2020 10:08

Lettera aperta al presidente del Consiglio Giuseppe Conte di Antonio Nisticò Coordinatore Cittadino Associazione I Quarteri

"Secondo quanto detto in fase di presentazione il decreto liquidità doveva essere un mezzo economico con una potenza di fuoco elevata a disposizione per le piccole e medie imprese per evitare che queste appunto sentissero il contraccolpo finanziario che questo virus purtroppo ha generato e genererà nella nostra nazione.

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Purtroppo analizzando meglio il decreto tutto quello accennato in fase di presentazione non esiste, focalizzando meglio l’attenzione sui piccoli finanziamenti quelli fino a 25000 euro, ci si renderà conto che nessuna piccola media impresa del sud accederà al credito, poiché almeno 7 imprese su 10 sono iscritte in Crif, nel registro dei cattivi pagatori, hanno ritardi sui pagamenti dei prestiti in essere, hanno protesti su un effetto cambiale etc... e quindi non hanno i parametri sufficienti per poter usufruire della liquidità necessaria che gli serve per poter respirare e continuare a mandare avanti l’attività.

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La mia domanda è la seguente: ma quando si è presentato il decreto, si era detto che sarebbe stato un decreto che avrebbe aiutato le piccole e medie imprese che avrebbero potuto usufruire di una somma fino a 25000 euro con totale garanzia da parte dello stato e le banche avrebbero dovuto stanziare le somme senza valutare il merito creditizio dell’azienda, cosa si intende quindi per merito creditizio?

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L’italiano medio per un’altra volta capisce ben poco quello che sta succedendo, ma ancora peggio, questo comporterà solamente altra fame e altra rovina, poiché le aziende già attanagliate prima da una forte pressione fiscale e indebitate fino al collo, tracolleranno adesso in un inesorabile agonia".   

                                                                              

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