Coronavirus, lo chef calabrese Paolo Dodaro in quarantena a Roma rassicura: "Io e la mia famiglia stiamo bene. Tra sei giorni torniamo a Catanzaro" (VIDEO)

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Paolo Dodaro con la moglie e il figlioletto
  17 febbraio 2020 17:16

Di TERESA ALOI

Sorride Paolo con il braccio in figlioletto Antonio di appena 8 mesi. Sorride. Ora è un po' più tranquillo ma questi ultimi giorni non saranno stati certo facili.

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Da qualche giorno è in quarantena al Policlinico Militare del Celio a Roma in compagnia di altre persone arrivate da Wuhan. Il pericolo di essere stato contagiato dal coronavirus sembra per ora scongiurato. Non ha febbre, e i tanti test, compresi quelli del sangue, sfaterebbero un eventuale infezione.  "Stiamo bene - dice - tra sei giorni saremo a Catanzaro". 

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Quarantadue anni, Paolo Dodaro, chef di Borgia, in provincia di Catanzaro, lo scorso 22 gennaio aveva deciso con la moglie di andare a visitare la famiglia di lei, in un paesino montano di sole 500 persone a due passi dalla città di Yichan, 200 chilometri ad ovest da Wuhan.

La sfortuna, se così si può dire, ha voluto che la data coincidesse con il Capodanno cinese e con qualche giorno di ferie. Abitano molto più lontano da Wuhan, a Yueyang, dove  stanno costruendo un ristorante italiano. Il suo sogno, il suo progetto rincorso da anni. Ma non ancora abbandonato. Almeno non del tutto.  

La notizia della gravità del Coronavirus è arrivata come un fulmine a ciel sereno. Un allarme forse sottovalutato.  Eppure quando le autorità cinesi hanno cominciato a recintare ogni luogo considerato sano invitando a non uscire di casa, la paura si è materializzata. A tal punto che quando  la polizia locale lo  ha contattato spiegando che l’Ambasciata italiana avrebbe messo a disposizione della sua famiglia un passaggio per raggiungere Wuhan e rientrare in Italia non ha avuto dubbi. Dodici ore di viaggio per percorrere un tratto percorribile, in condizioni normali, in tre ore per via di continui posti di blocco.

Un viaggio che Paolo posta sulla sua pagina facebok mostrando sul volto i segni della stanchezza. Poi, alla fine, l’arrivo in aeroporto. Da lì a Londra e, poi, in Italia,  a Pratica di Mare, quindi al Celio dove Paolo, la moglie e il figlioletto vivono in stanza  con un balcone e uno spazio per i giochi di Antonio. Ancora qualche giorno e sarà  a casa. Finalmente, tra gli affetti più cari. 

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