di Anna Mancuso*
di Sergio Garieri**
di Antonio Chiefalo***
E’ il momento, allora, della concretezza facendo tesoro di questo tragico momento. Il Paese, al di là della imprevedibilità di quanto accaduto, ha scoperto di essere un colabrodo in materia sanitaria -dopo anni di tagli e scarsa visione- e la Calabria, sinora graziata dai rischi di grande emergenza, deve fare i conti con una sanità semplicemente da rifondare.
La Lega ha dedicato molto del proprio recente programma elettorale regionale proprio alla sanità -steso dalla esperta in materia dott.ssa Anna Mancuso e dal suo staff di professionisti- e mai come in questo momento appare centrale ed imprescindibile assumere decisioni responsabili.
Tante sono le correzioni obbligate da mettere in piedi. Dalla (ri)costruzione della rete sanitaria territoriale (ora insufficiente) al potenziamento della medicina di base e di continuità assistenziale; dalla valorizzazione delle eccellenze al potenziamento dei poli ospedalieri e case della salute; dal ripensamento dei rapporti tra Regione e Università ad un nuovo e diverso vincolo e regolazione dei rapporti tra sanità pubblica e sanità privata affinché quest’ultima sia semplice supporto e libera alternativa alla prima e, correlativamente, impedendo che la sanità pubblica funga da procacciamento d’affari per la sanità privata; da una nuova politica per le lunghe degenze e per le Residenze Socio Assistenziali, alla disincentivazione della migrazione sanitaria supportata da una credibile capacità di risposta da parte della sanità locale.
Facile obiettare che tutto sia suscettivo di realizzazione ma che non vi siano risorse disponibili. Ebbene, a tale prevedibile eccezione è facile controdedurre quanto poco credibile ed intimamente contraddittorio sia sostenere l’incapacità del bilancio regionale -asciugato per quasi tre/quarti dalla sanità- di offrire margini di riprogrammazione poiché irreversibilmente piegato a perpetuare ed ingrossare un debito sanitario sempre più mostruoso. La razionalizzazione delle dinamiche organizzative e funzionali; l’ottimizzazione dell’impiego degli assets strategici ed operativi; gli accorpamenti amministrativi; un vero annullamento degli sprechi anche attraverso la responsabilizzazione dei dirigenti apicali; l’introduzione di un adeguato controllo di gestione al quale correlare la valutazione della performance dei dirigenti; la rimodulazione del piano ticket; l’utilizzo di fondi gestiti dall’UE; l’intervento statale e regionale e l’ingresso dell’imprenditoria privata nella sanità pubblica. Questo ed altro potrebbero offrire importanti sbocchi per reindirizzare risorse e investimenti e per avviare una uscita dalla perniciosa quanto inutile dimensione commissariale.
Appoggiamo l’idea dell’Eurodeputato leghista Vincenzo Sofo il quale di recente ha avanzato la proposta di utilizzare gli svicolati fondi di coesione UE -destinati alle regioni- proprio per iniziative nella sanità e, specificamente, per la realizzazione in Calabria di un Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (Irccs). COVID-19, d’altro canto, obbligherà a ripensare l’economia sanitaria mondiale riposizionandola al centro dell’agenda dei Paesi e delle organizzazioni sovranazionali.
La politica, mai come da ora in avanti, vincerà o perderà sulla sanità.
Non è più consentito vedere sfiorire ogni possibilità di riabilitazione della sanità calabra, non è più consentito assistere alla deresponsabilizzazione della sanità privata che proprio di recente, a Chiaravalle Centrale -ed ora in altri comuni calabri-, ha dimostrato l’impreparazione e la pericolosità di un sistema che va necessariamente corretto.
Ebbene, proprio a Chiaravalle Centrale esiste una Casa della Salute -nata dalla riconversione dell’Ospedale San Biagio- che si presterebbe perfettamente ad essere riorganizzata come una struttura pubblica COVID-19 o, generalmente, per dedicata ad emergenze. Una struttura assurdamente sottoutilizzata, e nondimeno “costosa”, che grida vendetta insieme ad un grande bacino di potenziali utenti residenti in una delle parti -Serre e Preserre- più impervie -e come tale maggiormente necessitata di presìdi- della Calabria.
Il presidente Santelli, concludono Mancuso, Garieri e Chiefalo, dovrà trovare la giusta strada per mettere rapidamente mano alla sanità previa, sempre lo diciamo, la prodromica azione di definitivo abbandono dell’improvvisazione nel supporto tecnico e, viceversa, la scelta della strada del reclutamento, della promozione e della valorizzazione delle vere competenze. Fuori l’ignoranza vestita da saccenza.
*delegata per la stesura del programma Lega Salvini Calabria
**consigliere comunale di Chiaravalle Centrale per lo stesso partito
***già candidato alle recenti elezioni regionali sempre per il Carroccio
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