Coronavirus, ricoveri per infarto giù del 50%. Il prof. Indolfi: "Servono linee di indirizzo nella fase 2 anche per i cardiopatici"

Share on Facebook
Share on Twitter
Share on whatsapp
images Coronavirus,  ricoveri per infarto giù del 50%. Il prof. Indolfi: "Servono linee di indirizzo nella fase 2 anche per i cardiopatici"
Il professor Ciro Indolfi
  28 aprile 2020 11:34

A causa dell'epidemia di Covid-19 si è registrata in Italia una riduzione superiore al 50% dei ricoveri per infarto. E sono in calo di circa un terzo le ospedalizzazioni per scompenso cardiaco, anomalie del ritmo cardiaco e disfunzione di pacemaker e defibrillatori. Lo hanno sottolineato alcuni esperti durante una conferenza stampa organizzata da Fondazione Insieme contro il Cancro.

"È molto delicata la condizione delle persone con patologie cardiovascolari, che raggiungono i 7,5 milioni nel nostro Paese - sottolinea Ciro Indolfi, Presidente Società Italiana Cardiologia (SIC) e ordinario di Cardiologia all'Università Magna Grecia di Catanzaro -. Le principali sono le malattie ischemiche del cuore, le patologie cerebrovascolari e le malattie cardiache strutturali, sicuramente non meno gravi del Covid-19. In presenza dei primi sintomi di un problema coronarico, ad esempio un dolore di tipo costrittivo al torace, è opportuno rivolgersi al sistema dell'emergenza 118, perché gli ospedali hanno attivato percorsi separati per ridurre il rischio di infezione.Ecco perché servono linee di indirizzo nella fase 2 anche per i cardiopatici".

Banner

In Italia, le malattie cardiovascolari (37% di tutti i decessi) rappresentano la prima causa di morte, seguite dalle neoplasie (29%). Numeri che si riflettono anche nei decessi per coronavirus: il 17% delle persone che muoiono a seguito di complicanze del Covid-19 è costituito da pazienti oncologici, il 70% è iperteso, il 27% soffre di cardiopatia ischemica, il 22% di fibrillazione atriale, il 16% di scompenso cardiaco e l'11% di ictus.

Banner

"Il Covid-19 non è una malattia solo respiratoria- spiega il prof.Francesco Romeo, Presidente Fondazione Italiana Cuore e Circolazione Onlus e Direttore Cardiologia Policlinico Tor Vergata Roma -., ma interessa indirettamente o direttamente anche il cuore, perché i recettori Ace-2, la principale porta di ingresso utilizzata dal virus per invadere le cellule umane, sono presenti nei pneumociti, nei cardiomiociti e nelle cellule endoteliali vascolari"

Banner

Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner