Coronavirus. Servono biologi, ma la Regione ignora gli idonei in graduatoria. "Si vuole creare una nuova guerra fra poveri per favorire pochi “eletti”?"

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Un biologo al lavoro
  17 marzo 2020 17:47

Riceviamo e pubblichiamo

L’emergenza coronavirus sta rendendo sempre più pressante la necessità di assumere nuove figure professionali in un settore, quello della Sanità calabrese, che è cronicamente privo del numero di operatori indispensabili al suo più corretto e naturale funzionamento.

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Per questo motivo, le ultime decisioni della Presidente Jole Santelli, che ha autorizzato l’assunzione di nuovi medici, infermieri e Oss, vanno nella direzione auspicata da addetti ai lavori, esperti in materia e, soprattutto, dall’utenza delle nostre strutture sanitarie, che rimane il primo termine di riferimento per ogni azione relativa al settore.

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Non possiamo non sottolineare, comunque, quanto siano importanti anche gli specializzati in biologia per i laboratori ospedalieri. L’autorizzazione della Regione all’assunzione di 6 biologi dalle graduatorie già in vigore sul territorio calabrese, il prodotto certificato di concorsi espletati nei mesi scorsi, sembrava essere un passo in avanti incisivo, e più giusto, nell’ottica del potenziamento di tutto il settore dell’assistenza e della ricerca ospedaliere.

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Tuttavia, ulteriori passaggi intrapresi dal Dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria hanno destato alcune, fortissime perplessità. Ci riferiamo, in particolare:

  1. All’avviso pubblico, annunciato dalla presidente Santelli, finalizzato a richiamare in servizio biologi in pensione.
  2. Alla convocazione, fatta dal direttore generale del Dipartimento Tutela della Salute, Antonio Belcastro, di alcuni professionisti da sorteggiare per formare la commissione di un nuovo concorso per biologi al GOM di Reggio Calabria.

Le perplessità create da questi due atti regionali sono le seguenti: in prima battuta, vista la presenza di ben tre graduatorie concorsuali per biologi già presenti in Calabria, non ravvisiamo la necessità di richiamare in servizio laureati già andati in pensione. Vale la pena sottolineare che le figure risultate idonee nei concorsi, e quindi inserite nelle graduatorie, non sono novellini alle prime armi, ma biologi formati sul campo, con diverse esperienze alle spalle, sempre da precari, nelle università, nei laboratori di ricerca, nelle stesse strutture ospedaliere pubbliche o private.

In seconda istanza ci chiediamo, a nostro avviso legittimamente, che senso abbia indire nuovi concorsi per biologi se prima non vengono esaurite le graduatorie di quelli già espletati. Si vuole per caso creare una nuova guerra fra poveri per favorire pochi “eletti”? La crisi di questa fase, dovuta a un’emergenza senza precedenti, impone scelte rapide e semplici: a nostro avviso, esaurire le graduatorie già in vigore sarebbe la prima e più semplice scelta da compiere. 

In terza battuta, il piano di rientro a cui la nostra regione è legata da anni impone scelte di spesa oculate. Ad oggi la spesa relativa ad un concorso, per il quale esistono già graduatorie in essere, non è possibile anche alla luce delle direttive ministeriali, del Commissario ad Acta e della presidente Santelli.

Pertanto, auspichiamo che le componenti preposte, ed in primis la nostra presidente Santelli, mettano chiarezza su tutto questo per il bene non dei biologi, bensì della Calabria tutta che merita finalmente un po' di limpidezza fuori da logiche grigie che, fino ad oggi, l’hanno messa perennemente in crisi.

Gruppo idonei graduatoria biologi di laboratorio analisi 

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