Coronavirus: stop alle visite mediche dell'associazione Medici per i diritti umani ai migranti di Gioia Tauro

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Il tampone utilizzato dai medici
  11 marzo 2020 17:53

Sono state sospese, per l'emergenza coronavirus, le visite mediche dell'associazione Medici per i diritti umani (Medu) garantite finora con un camper ai migranti che sono nella tendopoli di San Ferdinando, in provincia di Reggio Calabria, e nelle altre baraccopoli o masserie abbandonate nella piana di Gioia Tauro.

Impossibile garantire gli standard di sicurezza e di distanza necessarie. In alternativa, ci sarà un triage fatto al telefono con i medici. Pur in assenza di contagi da coronavirus, potenzialmente le situazioni più a rischio sono nel cosiddetto 'ghetto' di Taurianova dove non c'è l'accesso all'acqua. Resta attivo invece a Polistena, l'ambulatorio di Emergency che continua a offrire assistenza sanitaria, anche con il servizio navetta che due volte al giorno gira nei paesi della Piana, per andare a prendere i migranti che ne hanno bisogno. "Da fine febbraio quando è scattata l'emergenza, abbiamo attivato un sistema di triage con medici e infermieri sia all'esterno dell'ambulatorio sia alle fermate - spiega Mauro Destefano, coordinatore del progetto dell'ambulatorio Emergency - Controlliamo subito la febbre e facciamo qualche domanda su sintomi e provenienza. Ci muoviamo con un mezzo da otto posti che ora non riempiamo per mantenere le distanze di sicurezza. In generale informiamo tutti sulle norme di prevenzione per evitare il contagio".

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All'ambulatorio in genere vengono garantite 20-30 prestazioni al giorno. Una volta sospese le visite con l'auto-medica di Medu, entro la fine della settimana gli operatori dell'associazione spiegheranno le precauzioni da prendere nei vari campi e continueranno a distribuire termometri e disinfettanti. "Molti migranti hanno i nostri contatti per cui, in caso di bisogno, possono chiamarci per un primo consulto", spiega Ilaria Zambelli, coordinatrice del progetto Terre giuste di Medu.  

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