Coronavirus. Un museo virtuale con le opere dei giovani dell'Accademia delle Belle Arti di Catanzaro. Luca Granato: "In Calabria è emergenza da sempre"

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images Coronavirus. Un museo virtuale con le opere dei giovani dell'Accademia delle Belle Arti di Catanzaro. Luca Granato: "In Calabria è emergenza da sempre"
Luca Granato e Francesco Trunfio
  10 aprile 2020 15:49

di GIORGIA RIZZO

"Virtual Academy - Arte in quarantena", un museo virtuale in 3D (VEDI QUI) che permetta alla creatività di superare i limiti  fisici per arrivare a chiunque anche in un momento difficile come quello dell'attuale emergenza sanitaria da diffusione del Covid-19. L'idea nasce da due studenti dell'Accademia delle Belle Arti di Catanzaro, diretta da Vittorio Politano: Luca Granato e Francesco Trunfio che hanno lanciato una chiamata alle arti per coinvolgere altri giovani creativi. 

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Luca, classe '99, è nato a Paola e frequenta a Catanzaro il corso di Pittura, si è avvicinato all'arte attraverso il mondo underground e attualmente è impegnato nel suo lavoro artistico "Noli Me Tangere" con opere che riflettono sul rapporto fra coscienza e mondo esterno, possibilità e limite. 

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Francesco, classe '94, di Catanzaro. Laureato in Illustrazione presso l'Accademia di Belle Arti di Catanzaro. Si avvicina da adolescente al mondo dei graffiti, da questa esperienza inizia a sviluppare uno studio delle lettere e dei segni che sono la base della sua ricerca. Nelle sue opere lascia che sia il segno a trasmettere emozione, non una semplice parola o frase. Attualmente lavora come Artista e come Graphic Designer, riportando ed elaborando il proprio lavoro in ambito digitale, dal 2d al 3D.

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Luca Granato ci ha spiegato meglio i dettagli dell'iniziativa, soffermandosi sulla sua opera, la Zona Rossa, dedicata alla Calabria. 

Da dove nasce l'idea di una mostra virtuale e perché proprio adesso? 

"L’idea nasce come reazione autonoma da parte di un gruppo di studenti.
Sfruttando ciascuno le proprie competenze e abilità e cercando di stare al passo coi tempi, sia socialmente che tecnologicamente, abbiamo sperimentato una nuova modalità di fruizione dell’arte, chiedendoci, inoltre, come questa possa evolversi in futuro. In un particolare momento di tensione e reclusione, come quello che stiamo vivendo, abbiamo sentito l’esigenza di non lasciare annichilire i flussi artistici e creativi ma, anzi, di reinventarli per raggiungere chiunque, nonostante l’isolamento".

Tante opere diverse nello stile e nei soggetti rappresentati. Qual è il filo conduttore che le lega insieme? 

"Le diverse opere ci sono pervenute attraverso una Chiamata alle Arti interna all’Accademia. 
In quanto esperimento, abbiamo lasciato agli allievi la totale libertà sul tema. 
Ciò che lega dunque le opere fra loro non sta tanto nella ricerca e nella tecnica, quanto nella volontà di ognuno dei quarantatré partecipanti di reagire alla stasi fisica, ma anche e soprattutto psichica, che questo isolamento necessariamente comporta".

Pensi che l'arte in genere ci stia aiutando in questo momento difficile e come? 

"Io credo che l’arte sia in grado di aiutare quando la si sa cogliere. E’ difficile in un momento delicato come questo permettere a realtà apparentemente secondarie, come l’arte, di pervadere a pieno la vita della gente. Fare arte - vivere d’arte è, a parer mio, uno stato di comprensione e contemplazione dell’esistenza. Non c’è in questa bene o male, oppure bello o brutto: bisogna cogliere che tutto fa parte di essa e, dunque, imparare a reinterpretarsi di conseguenza".

E' difficile per un artista trovare l'ispirazione in questo momento o paradossalmente pensi che questa situazione possa aiutare dal punto di vista creativo?

"L’isolamento porta, certo, spiacevoli conseguenze, dalle relazioni umane irraggiungibili alla carenza del materiale necessario per creare. Allo stesso tempo, però, ritengo che l’artista abbia bisogno vivere a pieno queste contraddizioni.
Per quel che riguarda me, si tratta di un lavoro mentale innanzitutto. E’ un momento di ristrutturazione delle idee, alcune certezze crollano, altre si rinsaldano. Finché non cadranno ancora. E così via.La pratica verrà dopo.Come si dice, bisogna toccare il fondo per poter risalire".

Fra le altre opere c'è anche una tua creazione intitolata "La zona rossa", una Calabria attraversata da filo spinato su uno sfondo rosso. Che cosa rappresenta?

"Mi piace l’idea che l’azione dell’arte viva in contemporanea con la vita fuori. ‘La Zona Rossa’ appartiene al mio ultimo ciclo pittorico caratterizzato dall’uso del filo spinato: Noli Me Tangere. Quest’opera, in particolare, è stata realizzata ad inizio quarantena nella nostra regione. E’ un’opera che vuole riflettere su come qui da noi sia emergenza da sempre, su come qui sia Zona Rossa da sempre e su come quello del Covid-19 non sia che un evento-parentesi che rende palesemente manifeste le difficoltà sociali, sanitarie e scolastiche che da troppo tempo affliggono il nostro territorio. 
Davanti a ciò, reagiamo".

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