"La crisi Covid – 19 ha colpito taluni settori dell’economia per i quali l’impatto è stato devastante: turismo, settore alberghiero, ristorazione, commercio, artigianato, professioni. Le misure, dunque, debbono approntare sostegno per categorie, più che per fasce reddituali. Il meccanismo di sospensione che disciplina gli adempimenti fiscali sia in materia di versamento delle imposte che in materia di obblighi dichiarativi".
E' quanto si legge in una nota stampa del Presidente Nazionale Unionpmi, Dott. Dalena e del Membro Nazionale Unionpmi Giannuzzi.
"Questa misura, - prosegue la nota - molto importante, deve prevedere non solo la sospensione ma lo slittamento ,non a breve periodo , la dicitura “rinvio”è inappropriata e ancor di meno la possibilità alla data del prossimo 31 maggio di raeteizzazione. Tutto ciò, finirebbe solo per rinviare la crisi di liquidità, che ad oggi in molte imprese è assente, sicuramente tale crisi non potrà essere conseguita in breve tempo, ma potrebbe anche aggravarsi. Bisognerebbe valutare e studiare provvedimenti straordinari che consentano di prevedere sospensioni o lunghi piani di rateizzazione in particolare per le scadenze che le imprese e le partite Iva dovranno fronteggiare nel mese di giungo/luglio per il versamento del saldo delle imposte dirette (Ires, Irpef e Irap) e senza pensare agli anticipi d’acconto per l’anno 2020".
"Quanto agli obblighi dichiarativi/comunicativi, - si legge ancora - il Dl Cura Italia rinvia al 30 giugno gli adempimenti tributari le cui scadenze sono comprese nel periodo dall’8 marzo al 31 maggio 2020 ,è il caso ad esempio, della dichiarazione annuale Iva mentre per altri adempimenti, invece, come le comunicazioni dei dati relativi al 730 precompilato non opera alcun rinvio. Sul fronte degli adempimenti dichiarativi sono auspicabili e necessarie forme di proroga generalizzate e più ampie e già rivolte alle dichiarazioni fiscali annuali dei redditi. Provvedimenti di più ampio respiro e di carattere strutturale permetterebbero, in tale fase assai delicata, una maggior pianificazione e organizzazione del lavoro e delle risorse coinvolte".
"Per quanto attiene invece ai rapporti - prosegue - con l’amministrazione finanziaria, il Dl Cura Italia sospende tutti i termini dei versamenti che scadono nel periodo dall’8 marzo al 31 maggio 2020, legati alle cartelle esattoriali, agli avvisi di accertamento esecutivi dell’Agenzia delle Entrate nonché agli avvisi di addebito emessi dagli enti previdenziali. I versamenti dovranno essere effettuati in un’unica soluzione entro il mese successivo al termine del periodo di sospensione, ossia entro il 30 giugno 2020 e dunque, anche in tal caso, cagionando solo un brevissimo differimento dell’obbligo. Si prevede, inoltre, la sospensione dei termini delle attività di controllo e di accertamento, di riscossione e di contenzioso da parte dell’amministrazione finanziaria. Se da un lato tali disposizioni possono essere accolte positivamente vista le attuali difficoltà e paralisi in cui versano le imprese e i contribuenti, dall’altro non si può che disapprovare l’ipotesi, prevista nel Dl Cura Italia, di un aumento di due anni e in via generalizzata del possibile periodo di accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate ,in sostanza, il controllo sull’anno 2015 non scadrebbe più a fine 2020 ma a fine 2022. Tali ipotesi debbono essere espunte dal testo e opportunamente calibrate, quanto meno, con un nuovo calendario di obblighi che slitti opportunamente, senza previsione di “riapertura” dei termini di accertamento".
"Che gli istituti bancari in questo momento,- conclude la nota - vengano incontro alle imprese, bloccando momentaneamente la richiesta di rientri , mutui ed altro, che diano ossigeno al sistema -impresa Italia. Diversamente, le misure si riveleranno non solo inefficaci, quanto addirittura controproducenti e penalizzanti. Non solo gli imprenditori, si trovano ad affrontare tempi duri,di probabile chiusura ma a decifrare anche il decreto. Per sostenere subito il sitema-impresa, vanno subito sospese le tassazioni, contributi e pagamenti al 31 gennaio 2021.Con un nuovo Decreto, delineare gli strumenti per il rimborso dei pagamenti, sostenere le imprese attraverso la Cassa Depositi e Prestiti. Il sitema-impresa italiano deve essere messo nelle condizioni, oggi, di fronteggiare la situazione e non chiudere devinitivamente. Un onda d’urto forte, contro il covid-19, che permetta alle imprese italiane, una volta passata la pandemia di riaccendere i motori delle proprie aziende e far volare l’economia italiana!".
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