L'emergenza Covid-19 ha messo in secondo piano le criticità della sanità calabrese che erano in cima alla lista poco più di un mese fa. Fra queste c'era anche il riconoscimento dell'indennità aggiuntiva ai medici che prestavano servizio con il 118. L'Asp di Catanzaro non solo le aveva sospese ma aveva anche chiesto indietro ai medici le somme pregresse ritenute “illegittimamente” erogate dall'ente stesso.
In tempi di coronavirus, si sarà pensato di fare di necessità virtù. E' di un paio di giorni fa una proposta del dipartimento Tutela della Salute, con cui si ipotizzava di poter sbloccare il riconoscimento della contestata indennità se i medici dell'Emergenza 118 si fossero dichiarati disponibili ad effettuare altre prestazioni, ad esempio avendo a che fare con pazienti Covid-19. In sostanza il riconoscimento dei 5,50 euro di indennità (non riconosciuti a causa della interpretazione dell'articolo 29 dell'Accordo Integrativo Regionale) potrebbe essere sbloccato facendo i tamponi a domicilio o trasportando i contagiati in ospedale.
Partendo da questo presupposto, i dirigenti dell’Asp di Catanzaro hanno cominciato a sondare il terreno. Ai medici dell’Emergenza territoriale 118 sarebbe stato “proposto” il trasporto dei dializzati da casa al reparto (e viceversa), i tamponi ai casi sospetti. Offerte che non sembrano affatto piaciute, in particolare, ad un gruppo di medici convenzionati che ha prestato servizio in ambulanza. A loro avviso, queste attività “secondarie” andrebbero a snaturare l’attività ordinaria dell’emergenza urgenza (insufficienze cardiache e respiratorie, traumi e politraumi).
Se la richiesta, partita dalla Regione ed avallata dall’Asp dovesse passare, i medici preconizzano l’inesorabile allungamento dei tempi del servizio. È ovvio che il trasporto di un paziente Covid richiede la successiva sanificazione del mezzo e dell’equipaggio intervenuto. Cosa che deve avvenire nella tenda di decontaminazione localizzata a Girifalco. Non proprio ad uno schiocco di dita. Come molti altri operatori sanitari, il gruppo di medici lamenta la carenza dei dispositivi individuali di protezione. Dalle mascherine alle tute di bio-contenimento. Insomma per i medici convenzionati che lavorano al 118 ci sarebbero seri rischi per la loro salute. Che forse non valgono l'indennità da 5,50 euro.
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