di PAOLO CRISTOFARO
Siamo in piena emergenza. Un'emergenza nazionale che riguarda gli infetti e il personale sanitario - per primi - ma anche tutti gli altri cittadini. Un'emergenza che riguarda la Sanità, ma pure il tessuto economico, sociale e organizzativo italiano. Alla luce della situazione attuale, risulta importante capire quale sia la reazione immediata del Paese, quali i problemi, quali le richieste, quali i dubbi. Associazioni di cittadini, imprenditori, consumatori, dipendenti, disoccupati, manifestano esigenze, perplessità e punti di vista differenti.
L'avvocato Francesco Di Lieto, vicepresidente nazionale del Codacons, ha accettato di raccontarci alcuni dati raccolti e di esporci il punto di vista del Codacons, in merito all'emergenza, spesso punto di riferimento per molti cittadini e anche per altre associazioni.
Partiamo da qualche considerazione generale, avvocato. Come valuta la situazione generale al momento?
"La situazione generale è complessa. Le segnalazioni che ci arrivano - e mi arrivano - da molti cittadini sono le più disparate. Ci sono famiglie che erano in difficoltà già prima dell'emergenza - sacche di povertà nascoste e non immediatamente identificabili - che ora stanno subendo le problematiche legate allo stop nazionale. Anche queste situazioni devono essere sotto gli occhi del governo. C'è stata anche la cattiva informazione relativa ai tributi. Non sono sospesi ovunque, ma solo nelle zone rosse.
Ma se un commerciante è costretto a chiudere anche nelle altre zone d'Italia, come può pagare fatture e bollette ordinarie? Anche i social, purtroppo, sebbene spesso utilissimi, hanno contribuito a confondere le idee in tal senso. Il rischio è ritrovarsi tutti morosi, ad emergenza conclusa, quindi con segnalazioni e preclusioni rispetto alla possibilità di accesso ad altri fondi e finanziamenti. Non è un problema di poco conto, perché ne risentirebbe la ripartenza del Paese."
Per quanto riguarda la situazione sanitaria e in particolare in Calabria? Siamo pronti per l'emergenza? La si sta gestendo adeguatamente?
"Guardi, fare delle considerazioni in merito, al momento, potrebbe risultare da sciacalli, perché si sta lottando, col massimo impegno - e lo stanno facendo anche moltissimi nostri medici calabresi - per sconfiggere il virus. Tuttavia alcune riflessioni si possono avanzare. Mi sembra assurdo, alla luce dell'emergenza scoppiata - e della possibilità che in situazioni particolari una regione come la Calabria possa trovarsi svantaggiata - vedere che l'Asp ha accantonato una cifra di oltre 3 milioni di euro del 2019 e ne ha spesi 2 milioni senza una rendicontazione soddisfacente.
In teoria non sappiamo neppure se gli obiettivi del Piano siano stati raggiunti effettivamente o no. L'Asp alla fine è in mano sempre alle stesse persone. L'impressione è che anche chi ha ricoperto incarichi manageriali nell'ultimo anno non abbia fatto altro che cercare di operare senza recare troppo disturbo ai soliti noti. Noi su queste cose abbiamo prodotto anche un esposto per la Procura della Repubblica. Sempre noi, alcuni mesi fa - se lo ricorderà - abbiamo segnalato il legame massonico di qualcuno che, come figura terza, avrebbe dovuto garantire maggiore trasparenza nel settore sanitario.
Le recenti inchieste dalla Procura ci raccontano una Calabria dove il legame tra 'ndrangheta e massoneria è forte e condiziona troppo spesso soprattutto la Sanità. Non si può generalizzare, certo, anche parlando di massoneria. Ma quando si occupano delle posizioni di supervisione, di controllo, occorre molta trasparenza, occorrono chiarimenti anche sui propri rapporti personali. Ci preoccupano anche i troppi silenzi di Cotticelli su varie questioni portate alla luce rispetto alle inefficienze del settore sanitario."
Rispetto all'attuale emergenza sanitaria la preoccupa qualcosa?
"Le ripeto, non mi va di entrare in valutazioni sulla gestione emergenziale al momento. Però è un momento in cui qualcosa si spenderà in questo settore e si potrà spendere, anche per la disponibilità del Governo. Ecco, bisognerà fare in modo di farlo oculatamente, senza che il solito sperperio ci contraddistingua. E' fondamentale una corretta gestione dei casi di Covid-19, perché la promiscuità di questi pazienti con quelli in ospedale per altre patologie o per incidenti, rischia di esporre l'intera cittadinanza a continui contagi in espansione, ma anche e soprattutto il personale sanitario. Se si ammalano troppi operatori sanitari, andremmo incontro ad una catastrofe.
Anche la questione del contagiato in dialisi ci lascia molto perplessi. E' prioritario garantire dei percorsi alternativi per chi è affetto da Coronavirus. Avevamo anche proposto il collocamento in strutture alternative, come anche il coinvolgimento del Policlinico di Germaneto. Finalmente potrebbe concretizzarsi quel rapporto tra città e zona universitaria sempre menzionato ma mai concretamente realizzatosi. Ricordiamo anche che la sperimentazione napoletana deii trattamenti anti-Covid è sbarcata a Cosenza e non a Catanzaro, nonostante la Facoltà di Medicina e quanti dovrebbero fornire non solo soluzioni organizzative per l'accoglienza di pazienti, ma anche percorsi di ricerca. Bisogna fare delle scelte forti. Eventualmente, per le terapie intensive, pensare anche a requisire i posti letto nelle cliniche private. La Calabria è una regione che ha concesso tanto ai privati. In questa situazione emergenziale può e deve servirsi di tutte le disponibilità."
Cosa può dirci rispetto al caso dei 300 dipendenti dell'Asp di Crotone in malattia? Si è fatto un'idea?
"Quella questione, tra le tante, mi ha particolarmente colpito e indignato. Anche in quel caso abbiamo fatto esposti. Pare che la Guardia di finanza sia stata a requisire l'incartamento dei soggetti in malattia, per verificare l'effettivo stato delle cose. Mi auguro, onestamente, che trovino tutto in regola e che siano davvero malati. Altrimenti sarebbe una vergogna. E dalla nostra parte ci stanno i medici onesti, i tantissimi medici onesti calabresi che stanno lottando contro il contagio e che ogni mattina fanno il loro dovere. Qualche medico mi ha anche telefonato per ringraziarmi di aver richiesto controlli e verifiche circa la situazione all'Asp di Crotone. Non è giusto che passi l'immagine dei calabresi vigliacchi o irresponsabili di fronte al proprio dovere, perché non è così. In tanti lo fanno ogni giorno e proprio per loro bisogna cercare la verità su quanto si è verificato là."
Ritornando alle famiglie in difficoltà, ai lavoratori, ai commercianti, cosa si potrebbe fare?
"Intanto, date le restrizioni, non si capisce perché la tassazione debba essere totalmente sospesa solo nelle zone rosse. Se un imprenditore o un commerciante qui non può lavorare come paga? Non di certo con i 600 euro. Facciamo che le famiglie e i lavoratori non si preoccupino di stare a casa. Blocchiamo la tassazione e riprendiamo tutto ad emergenza finita. Mi ha chiamato un signora il cui conto è stato bloccato proprio per un'azione esecutiva legata alla riscossione dei tributi. Ma come fa in questa circostanza a trovarsi col conto bloccato?
In tal senso vorrei che anche il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, ascoltasse i nostri suggerimenti. Potrebbe revocare - per poi riprenderle a settembre magari - le procedure esecutive per la riscossione dei tributi comunali. Significherebbe garantire le condizioni di tranquillità necessarie per tutti in questa fase emergenziale. Ho apprezzato personalmente quando il sindaco Abramo ha intrapreso determinate iniziative. Ho apprezzato quando vedendo i vigili sprovvisti di strumenti di protezione individuale contro il virus, si è adoperato direttamente per garantirli. Spero che non rimanga sordo di fronte a queste esigenze. Anzi, sarebbe una bella cosa se proprio il sindaco del capoluogo di regione adottasse per primo questa sospensione temporanea, per fare di Catanzaro, rispetto agli altri Comuni, un punto di riferimento, un capoluogo morale della Calabria.
Sono in situazioni non facili anche i commercianti dei mercati, i tanti dipendenti che, purtroppo, so essere stati licenziati in questi giorni in tantissime attività del catanzarese. Sentirò tra poco diplomatici del Marocco per quanto riguarda gli extracomunitari regolarmente dichiarati in Italia e magari anche regolarmente titolari di attività economiche che non riescono ad avere sostegno adeguato. Penso anche, sinceramente, a chi lavora in nero e ora rimane senza nulla. Si tratta sempre di persone e l'emergenza non può non riguardare anche loro."
Ha parlato prima anche di informazioni non corrette online e sui social? Come dovrebbe fronteggiare l'emergenza che è anche comunicativa una pubblica amministrazione?
"La trasparenza è tutto. E anche in queste fasi emergenziali gli arroccamenti non aiutano. Comunicazioni dirette, facili, rapide sui social possono aiutare anche gli amministratori e le autorità a raggiungere tantissime persone. Anche perché l'albo pretorio, onestamente, lo guardano in pochissimi e nei piccoli centri quasi nessuno. Bene hanno fatto le amministrazioni che si sono mosse anche sui social, che hanno così raggiunto tantissimi cittadini in poco tempo e prima delle fake news."
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