Marcello Minenna, attuale assessore regionale in Calabria ed ex direttore generale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ha sostenuto oggi a Forlì l’interrogatorio di garanzia nell’ambito della maxi-inchiesta su presunti casi di corruzione e traffico di influenze in Romagna.
Minenna, agli arresti domiciliari, è accusato di aver favorito l’ex deputato leghista Gianluca Pini, ora in carcere a Ravenna, nel far entrare in Italia dalla Cina una fornitura di dispositivi di protezione personale durante la pandemia in cambio di un appoggio politico nel partito.
“Minenna ha risposto alle domande del gip e del pm", riferisce il suo legale Gianluca Tognozzi, che lo segue assieme all’avvocato Roberto d’Atri, "chiarendo tutto e respingendo ogni addebito. Ricordo che è accusato di un solo episodio di corruzione e di essersi adoperato in favore di Pini per sbloccare una sua fornitura di mascherine ferme alla dogana di Milano in cambio di una entratura nel partito. Abbiamo formulato una richiesta di revoca della misura ma il giudice si è riservato la decisione”.
Secondo la Procura romagnola, tra Minenna e Pini ci sarebbe stato una sorta di “pactum sceleris” che consisteva in scambi di favori. L’ex dirigente delle Dogane, secondo le accuse, puntava alla riconferma in quel ruolo, cosa poi effettivamente avvenuta. Pini avrebbe, invece, sfruttato le sue conoscenze e i suoi agganci per fare affari tra cui l'appalto da 3,5 milioni di euro con Ausl Romagna.
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