Corruzione in atti giudiziari, la Cassazione demolisce le accuse per l'imprenditore Sgromo

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  25 gennaio 2024 18:31

La Cassazione, sesta sezione penale, ha depositato la motivazione con la quale, in accoglimento del ricorso proposto dai difensori di Sebastiano Sgromo (prof. Enrico Grosso ed avv. Giuseppe Fonte),  il 3 ottobre 2023  era stata annullata la decisione del Tribunale di Catanzaro che confermava la misura degli arresti domiciliari applicata al noto imprenditore di Curinga.

LA VICENDA

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Arresti domiciliari e misure interdittive anche nei confronti di altro imprenditore Eugenio Sgromo  (fratello) unitamente al tenente colonnello della Guardia di Finanza Franco Albano Formoso. Agli imputati veniva contestato il reato di corruzione in atti giudiziari per avere il pubblico ufficiale svolto una consulenza in favore dell’impresa Sgromo relativa al sequestro preventivo di una somma di denaro rispetto alla quale i fratelli Sgromo, avendo aderito alla definizione anticipata delle liti pendenti con la Agenzia delle Entrate, richiedevano la restituzione avendone diritto.

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L’annullamento della Cassazione è avvenuto a seguito di accoglimento di tutti i motivi proposti dalla difesa.
L’avv. Giuseppe Fonte, difensore di Sebastiano Sgromo, dopo la lettura della motivazione ha dichiarato: “Una decisione che censura a 360 gradi l’impostazione accusatoria sostenendo, a chiare lettere, l’infondatezza del delitto di corruzione in atti giudiziari contestato a tutti gli imputati. Una sentenza di merito, dunque, che pone un enorme tassello sulla prova dell’innocenza di tutti gli imputati rispetto al fatto- reato per il quale è stata, a suo tempo, ingiustamente, disposta la misura cautelare custodiale e rispetto al quale pende, allo stato, il giudizio di primo grado. Si tratta di una sentenza altamente motivata in diritto. Una di quelle decisioni emanate dal Supremo Collegio che restituisce dignità a tutti i cittadini che, ahimè, vengono frettolosamente ed ingiustamente sottoposti al processo penale ”.

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