"E' emersa una situazione debitoria potenzialmente dirompente, con passività che potrebbero toccare i 500 milioni". Parlare della nebulosa dell'Asp di Reggio Calabria è praticamente uno stillicidio, la Corte dei Conti, nella relazione prima del giudizio di parifica del bilancio 2020, ricorda comunque che tutto questo non è normale. E dire che la stima da 500 milioni emerge solo dalla piattaforma NSIS alimentata dal servizio di Tesoreria, quindi non è detto che sia esaustivo.
La Corte si è concentrata in particolare sull'Asp più problematica dell'intera regione. Nella relazione era stata segnalato come era stato avviato un percorso correttivo con precise scadenze sui controlli. Peccato però cje è stato "subito rallentato, a causa di misure detentive che hanno colpito numerosi dipendenti dell'Azienda, fra cui il direttore dell'ufficio Economico finanziario".
In generale, "l'analisi effettuata ha confermato, ancora una volta, come il deficit dichiarato sia totalmente inattendibile e probabilmente ampiamente sottostimato". Naturalmente ci sono state le complicazione legate al Covid. Ma anche in questo caso i risultati sono tutt'altro che brillanti. "Nel 2020 sono stati trasferiti alle aziende sanitarie calabresi circa 115 milioni di euro di 'Fondi Covid'. L'istruttoria condotta ha mostrato che la gran parte di queste somme, ossia 77 milioni di euro, giace accantonata nei bilanci delle Aziende al 31.12.2020 senza che sia stata riorganizzata la rete ospedaliera". In sostanza, si legge più avanti nella relazione: "Le risorse distribuite dallo Stato non sono quindi state impegnate in modo efficace". (g.r.)
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