La corte d’appello di Catanzaro ha revocato la misura degli arresti domiciliari alla quale era sottoposto don Edoardo Scordio, l’ex parroco di Isola Capo Rizzuto (Kr) coinvolto nell’inchiesta della Dda sull’infiltrazione delle cosche locali nella gestione del Centro d’accoglienza per migranti all’epoca gestito dalla Misericordia, della quale il sacerdote era correttore spirituale.
La decisione della corte d’appello fa seguito alla pronuncia della Cassazione dello scorso 25 maggio che ha annullato la condanna di don Scordio inflittagli in primo e secondo grado per associazione mafiosa e rinviando gli atti ad una diversa sezione di corte d’appello per un nuovo giudizio.
La stessa Cassazione ha annullato senza rinvio anche la condanna per malversazione. A seguito della pronuncia della suprema corte i difensori dell’ex parroco, gli avvocati Armando Veneto e Tiziano Saporito, hanno avanzato istanza di scarcerazione per cessate esigenze cautelari che è stata accolta dalla corte d’appello anche in virtù del periodo di detenzione già scontato. Don Scordio, 75 anni, era attualmente ai domiciliari in un convento dei padri rosminiani al nord Italia.
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