"La piccola era annoiata - questa la ricostruzione della madre - e dopo una sua legittima domanda sui tempi di attesa sarebbe stata aggredita verbalmente dall’operatore sanitario: ‘se non la smetti vuoi vedere che ti spacco la faccia?’. Occhiuto: "Se la notizia è confermata l' infermiere sia licenziato"
12 aprile 2023 09:58Secondo la ricostruzione avrebbe solo chiesto all'infermiere i tempi di attesa per un prelievo. E, di tutta risposta l'infermiere le avrebbe risposto ‘se non la smetti vuoi vedere che ti spacco la faccia?’.
Protagonista, una bimba di soli 4 anni in attesa di un esame all'ospedale di Cosenza.
“In queste ore sta giustamente avendo grande risalto mediatico nella nostra Regione la notizia secondo la quale un infermiere dell’ospedale ’Annunziata’ di Cosenza si sarebbe rivolto in modo minaccioso nei confronti di una bimba di 4 anni che aspettava di fare un prelievo del sangue". Lo afferma in una nota Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria.
"La piccola era annoiata - questa la ricostruzione della madre -, e dopo una sua legittima domanda sui tempi di attesa sarebbe stata aggredita verbalmente dall’operatore sanitario: ‘se non la smetti vuoi vedere che ti spacco la faccia?’. Il commissario straordinario dell’Azienda ospedaliera, Vitaliano De Salazar, - prosegue Occhiuto - ha immediatamente avviato un’indagine interna".
"Se la vicenda fosse confermata dagli accertamenti in corso - incalza - mi aspetto una sanzione esemplare per l’infermiere protagonista di questo episodio, fino al licenziamento. La nostra sanità ha gravi problemi e fa quotidianamente i conti con carenze strutturali che stiamo faticosamente cercando di superare".
"Ma la buona educazione, lo spirito di servizio, la gentilezza e anche qualche sorriso nei confronti dei pazienti non costano nulla e dovrebbero essere la prassi, sempre e comunque. Medici e infermieri nell’esercizio delle loro funzioni rappresentano la Regione - conclude - e le buone maniere sono indispensabili per instaurare e mantenere un positivo rapporto di collaborazione tra servizio sanitario regionale e cittadini”.
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