“Clima teso all’interno dell’AMC, l’azienda di mobilità cittadina, dove il comportamento del direttore generale Luca Brancaccio sta sollevando forti critiche da parte del personale e delle rappresentanze sindacali.
Secondo fonti interne, Brancaccio si comporterebbe come un “podestà”, gestendo l’azienda con atteggiamenti autoritari :da un lato dispensando avanzamenti di livello in modo indiscriminato, dall’altro assumendo un atteggiamento rigido e conflittuale nei confronti di autisti e ausiliari del traffico? Spesso oggetto di provvedimenti disciplinari e pressioni ritenute eccessive.
Una condotta che, secondo molti, ha generato un clima di malcontento e tensione all’interno dell’azienda, con ricadute anche sul morale dei dipendenti e sulla serenità necessaria nell’espletamento del servizio.
Non si può gestire un’azienda pubblica come fosse un feudo personale. Occorre un senso di equilibrio da parte del Direttore Generale mettendo in atto atteggiamenti e disposizioni che soddisfino l’intero organico dell’Azienda. Non ci possono essere “figli e figliastri” perché a pagare resta sempre la qualità della gestione del servizio pubblico di mobilità. E questo la città non può permettermelo. Allo stato attuale rimane una
situazione definita intollerabile da alcuni dipendenti, che lamentano la mancanza di dialogo e di equità nella gestione delle risorse umane. Si attendono, dunque, eventuali determinazioni da parte dell’amministrazione comunale o del CDA dell’AMC in modo da dirimere questo clima di conflittualità venutosi a creare nell’Azienda”.
Così in una nota Sergio Costanzo.
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