di PAOLO CRISTOFARO
Il Tar ha respinto il ricorso di alcuni cittadini di Stalettì (CZ) che avevano chiesto l'annullamento dell'ordinanza di ingiunzione di sgombero, promossa dal Comune, di un'area demaniale nella zona marina, in località "Panaja" di Caminia. L’ordinanza precisa altresì che "le opere risultano realizzate in assenza dei necessari titoli autorizzativi su area individuata secondo il P.R.G. vigente come Zona di riqualificazione del litorale; l’area interessata dai lavori risulta sottoposta a vincolo di tutela paesaggistica ai sensi del D. lgs 42/2004, nonché a vincolo idrogeologico".
I fabbricati insistenti nella zona, tra la linea ferroviaria e il demanio marittimo, erano stati momentaneamente autorizzati per cittadini di Stalettì, nel 1964, in attesa di successiva regolamentazione dell'area. "In base alle deduzioni del ricorrente, il bando conteneva l’invito a occupare, anche con costruzioni, l’area in oggetto in attesa di procedere alla lottizzazione e alla cessione a titolo oneroso dei suoli risultanti. Si deve escludere che tale invito costituisca un titolo edilizio. Innanzitutto, esso non è stato emesso ad personam, bensì rivolto genericamente alla collettività e senza alcuna indicazione delle caratteristiche delle eventuali costruzioni", fa notare il Tribunale.
"Inoltre, è stato emesso prima ancora che i suoli venissero resi edificabili mediante lottizzazione, cui peraltro non si è mai pervenuti. L’estrema evanescenza dell’invito e la sua anteriorità rispetto alla lottizzazione e alla cessione dei terreni ai privati impediscono di riconoscere al bando del 1964 natura di titolo edilizio e portano, di conseguenza, a escludere che i privati potessero riporre su di esso alcun legittimo affidamento circa la regolarità delle edificazioni. Si aggiunga che l’ordinanza impugnata dà atto dell’insistenza, sull’area, di vincoli paesaggistici e idrogeologici", specifica ancora la sentenza (presidente: Arturo Levato; estensore: Gabriele Serra). Una decisione che fa luce, ancora, sull'insistente problematica dell'abusivismo edilizio, in un'area, troppo spesso, soggetta a continue aggressioni a colpi di pietre e cemento.
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