"Non mi riconosco. Nemmeno la mia famiglia mi ha riconosciuto. Sto cercando di capire con un medico cosa mi è successo". Così Saverio Cotticelli a 'Non è l'Arena', condotta da Massimo Giletti, dopo l'intervista choc andata in onda su Rai3 che di fatto lo ha disarcionato da commissario ad acta della sanità calabrese. "Ero in uno stato confusionale su cui sto indagando, ho vomitato la sera. Non sono stato bene: non ero lucido", ha spiegato più avanti.
"Sono qui per spiegare: lo devo ai calabresi". Cotticelli in pratica spiega che c'è stato un malinteso sul piano Covid. "L'ho fatto a giugno il piano. Approvato dal ministero e che poi il commissario Arcuri ha delegato le aziende a fine ottobre (in realtà un po' prima, ndr)". Voleva dire che un'altra cosa è il programma operativo Covid, che è effettivamente l'atto a cui era riferito il parere ministeriale su cui l'ex commissario è andato nel pallone in televisione. A proposito, ha confermato: "L'ho letta quel pomeriggio perché non ho più una segreteria. La struttura commissariale è composta da due persone. Da me e il sub-commissario".
Cotticelli ha poi sfiorato il tema della furente riunione del 9 ottobre scorso. Si è lamentato come nell'esercizio 2019 si sia ritrovato il debito da oltre 100 milioni dell'Aou Mater Domini. "Lo ha tirato fuori Zuccatelli". Proprio il nuovo commissario, anche se Cotticelli ha escluso il "complotto".
Infine, le scuse ai calabresi, incalzato in tal senso dal conduttore televisivo Lino Polimeni, in collegamento con Giletti, che si è detto onorato di averlo in studio, plaudendo alle battaglie che da sempre porta avanti con la sua trasmissione "Articolo 21".
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