di GABRIELE RUBINO
Il paziente clinicamente guarito da Sars-CoV-2 ma ancora con test positivo può essere dimesso in isolamento domiciliare ma il prosieguo dipende dai casi. Se si tratta di un paziente ad alto rischio, quelli di età superiore a 55 anni, in gravidanza, immunocompromessi o con altre comorbilità devono essere presi in carico dalle Usca o dal medico di medicina generale. Nel caso di pazienti a basso rischio (età inferiore a 55 anni, non immunocompromessi e senza significative comorbilità) non c’è la presa in carico di Usca e medico di medicina generale anche se può necessario monitoraggio clinico.
In entrambi i casi “il paziente può rientrare a domicilio con caregiver e mezzo proprio oppure con ambulanza, purché il paziente e l’accompagnatore siano dotati di idonei dispositivi di protezione individuale e nel rispetto delle normative igienico sanitarie previste”. È quanto prevede il protocollo elaborato dal Gruppo tecnico per l’emergenza Covid in seno al dipartimento regionale Tutela della Salute e trasmesso alle strutture ospedaliere che stanno cominciando a recepirlo. Ad esempio, è stato appena adottato dall’Aou Mater Domini di Catanzaro.
Il documento non si occupa solo delle dimissioni ma anche della presa in carico dei pazienti Covid-19, dell’appropriatezza dei trattamenti ambulatoriali e dei ricoveri. Già la circolare del ministero della Salute (dell’11 agosto scorso) prevedeva la possibilità di dimettere a casa i pazienti guariti ma ancora positivi, adesso arriva questa precisazione della task force regionale sulla tipologia di pazienti e sulle modalità con cui le dimissioni dovranno essere effettuate.
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