"Ho già scritto alla Governatrice Santelli e all’Assessore all’ambiente Capitano Ultimo, sull’urgenza di mettere mano al piano dei rifiuti regionali e alla attività di conversione delle discariche in termovalorizzatori ecologici, questo è il primo passo per la Calabria di intraprendere un percorso di sviluppo sostenibile virtuoso”.
05 giugno 2020 09:31di MASSIMO PINNA
La pandemia originata dal Coronavirus, le emergenze economiche e sociali connesse, il tema del cambiamento climatico. Tutto si tiene, questo appare evidente. In questo contesto globale di nuovo corso ‘verde’, l’occasione storica per la Calabria di porsi alla testa di questa difficile, ambizioso passaggio mondiale. Di tutto questo ne parliamo con l’avvocato Pietro Marino, presidente nazionale del Movimento Vitambiente.
Il mondo dopo la pandemia da COVID 19 inizia a sensibilizzarsi sul tema della sostenibilità. Quali sono le sue considerazioni sul tema?
“E’ vero, dopo la pandemia da Covid-19 iniziano ad esser palesi e manifeste le conseguenze sull’ambiente e sul clima di quasi due secoli di sviluppo incontrollato, scriteriato e spregiudicato. Gli scienziati e la comunità internazionale ha iniziato a rendersi conto che i coronavirus sono il risultato di un’eccessiva manomissione del ciclo naturale che l’uomo ha introdotto, bisogna mobilitarsi per avviare un green deal mondiale”.
Che cosa vuole dire che bisogna mobilitarsi per un green deal mondiale?
“Voglio dire che bisogna ripensare alle politiche di sviluppo, avviare un programma complessivo di green economy che riguardi le attività produttive e i trasporti, avviare un sistema di produzione verde dove il riciclo sia la base della nuova cultura di produzione. Dimenticare gli anni in cui gli effetti malsani della produzione indiscriminata di imprenditori e governi, non mobilitati dall’amore per l’ambiente, bensì perché terrorizzati dalla tendenza di marcia, in negativo, dei dati sullo sviluppo”.
Perché lei afferma che oggi vi è la consapevolezza delle comunità internazionali dello sviluppo sostenibile?
“Tale consapevolezza, le comunità internazionali viene formalizzata, sulle proteste e la degenerazione del clima da molti Governi attraverso trattati internazionali: i vari Protocolli di Kyoto le varie conferenze sul clima e ambiente; i vari G8/G20; le varie convenzioni sul clima e i vari accordi; ultimo fra tutti “l’Accordo sul Clima – Parigi 2015. Tanti sono stati i passi indietro delle nazioni che hanno ratificato tali accordi, spesso grandi potenze economiche, non disposte alla flessibilità di modificare le proprie economie in nome della salute della Terra. Grande preoccupazione desta la politica di Bolsonaro in Brasile con i continui incendi della foresta amazzonica a favore dei produttori agricoli. E le politiche di Trump per il consumo di carbone negli Stati Uniti”.
L’Italia e la Calabria sono pronte a sviluppare progetti di sviluppo sostenibile?
“Sono sicuro che il sistema imprenditoriale e il tessuto delle piccole e medie imprese è pronto a fase questo passo verso il verde e la sostenibilità ambientale, servono investimenti seri da parte del Governo nazionale che ha già approvato il new green deal, ora deve metterlo in pratica. Per quanto concerne la Regione Calabria, io ho già scritto alla Governatrice Santelli e all’Assessore all’ambiente Capitano Ultimo, sull’urgenza di mettere mano al piano dei rifiuti regionali e alla attività di conversione delle discariche in termovalorizzatori ecologici, spero di essere ascoltato perché questo è il primo passo per la Calabria di intraprendere un percorso di sviluppo sostenibile virtuoso”.
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