Covid e scuola. Valentina Ammirato, un cane, due figli e la Didattica a distanza: "Ce la possiamo fare!"

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images Covid e scuola. Valentina Ammirato, un cane, due figli e la Didattica a distanza: "Ce la possiamo fare!"

  07 novembre 2020 22:49

di VALENTINA AMMIRATO

Sveglia ore 7:30. Subito giù dal letto. Caffè per iniziar carica la giornata, pappa e bisognini del cane e poi nuovamente in cucina a preparare la colazione per i bambini. La piccola ha 5 anni e il grande 11. Sono già quasi le 8.00, provo a svegliare lei che si rigira sull’altro fianco. Ci riproverò dopo aver attraversato il corridoio e aperto con uno scatto la porta della stanza da letto di mio figlio e le tende per tirar giù dal letto anche lui.

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“Forzaaaa, c’è scuola”! Esclamo ad alta voce mentre ripercorro il corridoio per tornare dalla piccola che di alzarsi non vuole saperne.

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“Dai, che altrimenti fai tardi a scuola!”

Mammaaaa, ma quale scuola????

Già! Quale scuola? “La scuola in casa”, rispondo io, “devi alzarti, lavarti, sistemarti per bene i capelli e farti vedere dalle maestre in ordine”. Seppur a distanza sempre scuola è.

“Allora stamattina voglio le codine ai capelli”! E sulle codine si son fatte già le 8.30

Mentre sto appresso alla piccola il grande ne approfitta per un altro quarto d’ora di sonno. Sistemata lei torno da lui: “Hai la lezione asincrona delle 8!”. Il che vuol dire che il ragazzo deve alzarsi, accendere il pc, collegarsi sulla CLASSROOM, verificare che il prof che fa lezione in quell’ora abbia assegnato compiti, svolgerli e nella stessa ora riconsegnarli… e tutto on line ovviamente. Poi si continua con le lezioni sincrone per cui occorre che si colleghi al nuovo link inviato dal prof di turno e partecipi alla video lezione.

Dalla cucina intanto arriva la chiamata di mia figlia con un tono di voce che riconosco e che è preludio che qualcosa è accaduto.

“Mammaaaaa, mi è caduto il latte”. E lì panico. Nooooooooo!

 ”Mancano 5 minuti alla tua videolezione, ti devo cambiare nuovamente. Ma non potevi versarlo prima il latte”? E qui mi siedo per 5 secondi ad ascoltare l’eco della scemenza che ho appena detto e poi via di corsa a mettere una felpa pulita (tanto i pantaloni non si vedono) e ad accendere il computer. Alle 9.00 circa, se non ci sono problemi di connessione anche la piccola è davanti allo schermo del Pc a guardare tristemente da lontano i compagni che invece vorrebbe tanto abbracciare.

Io mi siedo accanto a lei. I primi 5 minuti sono di saluti e di appello. Sembra Babele perché con i microfoni di tutti i bimbi attivi (e in cui entrano anche le voci dei genitori) non si capisce una H.

Poi la maestra (santi insegnanti ai quali va tutta la mia ammirazione e gratitudine, e per la loro pazienza, anche la mia invidia) cerca di tenere il silenzio della classe virtuale chiedendo di spegnere i microfoni; qualcuno lo dimentica acceso, qualcuno canta una canzone in piedi su una sedia, qualcuno chiede alla maestra di andare in bagno o di finire la colazione…. e se ne vanno così altri 10 minuti, mentre intanto la maestra nel microfono si lascia scappare un comprensibile NON CE LA POSSIAMO FARE!

Comunque si inizia. Devo stare tutto il tempo accanto a mia figlia perché lei a volte, com’è naturale che sia, tende a distrarsi. “Mamma che ha detto la maestra? Non vedo, che colore è quello?”

A 42 anni e una laurea devo dire che un bel ripasso di A E I O U ci sta!

Questo è il lato un po’ comico di tutta una situazione sulla quale conviene ridere, (ma anche riflettere), per non lasciarsi prendere dallo sconforto e trovare la pazienza di andare avanti.

Il Lavoro? ______________________________________________. E ho detto tutto!

Proprio adesso mentre scrivo, tutte le mie speranze riposte sul lunedì mattina prossimo si sono frantumate come una bottiglia di vetro color VERDE WHATSAPP. Due messaggi sui gruppi di scuola dei miei figli mi comunicano che ancora, dal 9 all’ 11 (causa tamponi in ritardo), la scuola resterà chiusa.

Qualche commento del gruppo: “Poveri noi con questa didattica a distanza”; “ I bambini sinceramente non ci capiscono più nulla, sono confusi”; “Noi genitori dobbiamo stare a casa con loro, non possiamo andare a lavorare e poi…. spiegare tutto al capo”;  “C’è da incacchiarsi. Per ritardo dei tamponi? Ma stiamo scherzando?” “E se i tamponi non li processano, come fai a sapere se ci sono nuovi contagi? E’ un cane che si morde la coda”.

Ma la domanda che la maggior parte di noi si pone è: ma il 12 la scuola riaprirà????

Ho detto a mio figlio che lunedì non tornerà a scuola. “Nooooo mamma, ma daiiiii, stai scherzando?” e me lo dice con le lacrime agli occhi.

Forza genitori, forza insegnati, e soprattutto forza bambini e ragazzi!!!! Una pacca virtuale sulle spalle e andiamo avanti, uniti al grido di CE LA POSSIAMO FARE!

 

 

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