Crisi Comune Catanzaro, Azione (ri)apre al dialogo con Fiorita

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  06 settembre 2024 18:11

Chi si aspettava i fuochi d'artificio è rimasto deluso. E così la seduta di oggi del Consiglio comunale di Catanzaro non ha avuto particolari sussulti. D'altronde era prevedibile che il giorno dopo l'azzeramento della Giunta da parte del sindaco Fiorita e l'annuncio di uscita dalla maggioranza dal non definito (nel perimetro) gruppo Talerico l'atmosfera fosse liofilizzata. Non fosse altro perché la partita è aperta e perché, in Aula, oggi non c'era uno dei protagonisti: Talerico. 

Il sindaco si è limitato a riportare i concetti di fondo del comunicato con cui ha liquidato ieri i suoi (ex) assessori preannunciando una sorta di verifica della maggioranza prima di ricomporre l'esecutivo municipale (LEGGI QUI).

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Molta attenzione c'era sulle mosse di Azione. Il gruppo a tre composto da Gianni Parisi, Stefano Veraldi e Valerio Donato. Quest'ultimo ha candidamente ammesso l'esistenza di interlocuzioni (così come ci sono con il segretario provinciale Guerriero) e ha 'aperto' alla collaborazione con l'avversario che gli ha impedito di guidare Palazzo De Nobili. Una collaborazione programmatica, cioè sui contenuti. A patto da non considerare barattabili i loro voti per posti in Giunta.

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Un certo fair play è arrivato anche da Sergio Costanzo, in rappresentanza della Forza Italia fin dall'inizio della consiliatura all'opposizione. Sarà perché il potenziale 'guaio' politico a Talerico da quelle parti non dispiace. Più rigido Eugenio Riccio (Lega) che è quello che più volte ha indicato la strada delle dimissioni al sindaco (osteggiate da Rosario Mancuso del misto per il terrore di otto mesi di commissariamento) e lanciato l'input della strada sbarrata nelle liste del centrodestra nei riguardi di quei consiglieri che in questa fase appoggeranno Fiorita. Un concetto non dissimile da quello espresso ieri da Marco Polimeni. Francesco Scarpino, che aveva abbandonato la barca Talerico nei giorni scorsi, attenderà i volti della nuova Giunta ma non esclude a prescindere il passo indietro collettivo. 

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