Crisi di Governo, il linguaggio del corpo di Matteo

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Matteo Salvini e Giuseppe Conte
  20 agosto 2019 16:54

di TERESA ALOI

Ammicca. Alza e abbassa il sopracciglio. Mai lo sguardo fisso. Incassa, Matteo Salvini. Incassa il discorso di Conte, che, alla fine, annuncerà le dimissioni rimettendo il mandato al presidente  della Repubblica, Sergio Mattarella.

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Incassa, ma non senza rispondere con i gesti.  A volte il linguaggio del corpo vale più di mille parole.  Stretto nel suo vestito grigio, il ministro dell’Interno non si è mai sentito così “costretto”. Si mostra contrariato, come non esserlo. Insofferente. Si accarezza il mento e annuisce quando il presidente del Consiglio dei ministri parla di Politica con la P maiuscola. Mai applaudirà. E non guarderà negli occhi il vicino di banco neppure quando quest’ultimo gli sfiorerà la spalla con la mano. Solo una volta gli sguardi di Conte e Salvini si incroceranno. All’accusa di Conte di aver posto un’operazione di distacco  dell’azione di Governo   all'indomani del voto europeo  e di aver trovato un pretesto per lasciare il governo  Salvini,  scuoterà la testa e  a bassa voce, affinché il premier potesse sentirlo, gli replicherà:  "Qui ti sbagli, amico mio".

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Per il resto, solo gesti. E appunti. Tanti, quelli che prenderà dal suo scranno.  Attende pazientemente il suo turno. Parlerà qualche minuto più tardi dai banchi della Lega, da dove è invitato a rispondere.  E lì, alla sua gestualità seguiranno le parole. 

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