di MONSIGNOR VINCENZO RIMEDIO*
"Si proporranno alcuni lineamenti in merito, anche perché è accessibile quanto si è scritto e quanto si va scrivendo sulla vita di Cristo e sulla presenza della Chiesa.
A me sembra opportuno riconsiderare Gesù di Nazaret, il Messia, predetto dai Profeti, l’Inviato dal Padre per dare la liberazione all’umanità, irretita nel male e nelle sue tristi conseguenze.
Per questo il Verbo eterno, fattosi uomo nel seno della Vergine Maria, obbedendo alla Volontà salvifica del Padre, ha svolto la funzione “vicaria” di sostituirsi a noi, ai nostri debiti - in quanto peccatori - davanti al Signore.
Inoltre ha promosso con il Suo esempio, con il Vangelo, un nuovo orizzonte da vivere «da partecipi della divina natura» nella fedeltà a Dio e all’uomo, e insieme con l’istituzione della Chiesa ne volle la continuità.
Si ha una conferma in quanto ci riferisce l’evangelista Luca negli “Atti degli Apostoli”: «I primi cristiani erano perseveranti nell’insegnamento degli Apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere».
Ritmo intenso di spiritualità, di spessore evangelico.
Una meravigliosa realtà di Chiesa è descritta, come si è sempre rinnovata nelle Domeniche vissute cristianamente, e di cui si conserva un bel ricordo. Famiglie gioiose che avevano partecipato alla Messa, e si soffermavano sul sagrato della Chiesa per scambiarsi saluti e parole di ogni bene, con gioia dei Sacerdoti celebranti.
Non può essere solo un bel ricordo!
Cristo è con la Chiesa, Sua Sposa, e sarà con Essa fino alla fine dei tempi: “è Sua per l’amore verso di lei, fino a darle se stesso”. La Chiesa a sua volta è impegnata ad una risposta generosa, che compie verso Cristo con la dedizione incondizionata dei Suoi Santi e con quanti tendono alla santità.
La risposta della Chiesa, popolo di Dio, anche oggi, con la presenza di nuove difficoltà, dovute al Covid 19, nell’insieme, fatte le debite eccezioni, si sostanzia di fedeltà, che va sempre vissuta.
A volte è mancato questo valore, e si è fatta strada piuttosto l’indifferenza e anche la lontananza dal Signore. Va pure abbandonata l’apparenza della vita cristiana: è priva di senso. Ma si spera nella conversione che porta alla fedeltà. È necessaria la preghiera!
A noi è dato soprattutto di ammirare quanti sono con entusiasmo alla sequela di Cristo: Vescovi, Clero, Religiosi, Consacrati nel mondo e Popolo di Dio. Quanta luce in chi è fedele!
Che Chiesa si profila nella speranza: degna di Cristo!
Recentemente abbiamo potuto gioire del Nuovo Beato, Don Mottola, grande calabrese e vero credente del Novecento cristiano. Va imitato. La Chiesa, in gran parte spazio vivo di ascensione spirituale è, nel mondo ma non del mondo, è Scuola di vita, della vera vita, sganciata dalle schiavitù di ogni genere.
È doveroso un breve pensiero sul Sinodo della Chiesa Cattolica che è iniziato di recente. Opportunamente viene sollecitato l’ascolto di tutti, almeno della maggioranza sia dei credenti come anche l’apporto dei non credenti al fine di conoscere cosa pensa oggi la nostra gente della Chiesa e cosa propone per la sua eventuale diversità o rinnovamento.
Il risultato non mancherà se si avvertirà il senso di responsabilità e di partecipazione verso tale evento ecclesiale assieme all’invocazione dell’aiuto dello Spirito Santo.
Riprendo la conclusione di un altro mio scritto sulla Chiesa: «Da Vescovi, da Parroci, da Sacerdoti, da Diaconi e da Popolo di Dio siamo chiamati ad amare con tanto amore e con tanta fede la Chiesa, Sacramento universale di salvezza".
*Vescovo emerito della Diocesi di Lamezia Terme
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