di MARCELLO FURRIOLO
Una città è fatta di tante cose, piccole e grandi, materiali e immateriali, visibili e invisibili. Non solo strade, case, scuole, uffici, caserme, negozi, impianti sportivi, servizi e infrastrutture. Una città è un meccanismo complesso, che richiede estrema sensibilità e delicatezza nel suo funzionamento. Perché in essa confluiscono storie, valori, identità, culture e costumi che costituiscono un unicum indivisibile, non sempre, per fortuna, riconducibile nel rigore formale della partita doppia. Tra questi valori civili e spirituali sicuramente c’è, irrinunciabile e non comprimibile, il rispetto e il culto delle persone che hanno concluso il loro viatico terreno.
I nostri defunti.
E’ ancora forte nelle nostre coscienze l’impatto emotivo che i funerali di Papa Francesco hanno suscitato, e continuano a suscitare anche nei non credenti e perfino in coloro i quali non sempre hanno condiviso le Parole di un Pastor bonus, che aveva scelto di convivere sempre con l’odore delle sue pecore. Quelle immagini, rilanciate dai media di tutto il mondo, non hanno mai indicato un segnale di morte, di interruzione del legame che unisce chi affronta il viaggio nel mistero della vita e chi rimane.
Ma è nel nostro quotidiano che questo legame rimane sempre più forte, anche con il passare inesorabile del tempo.
Ecco il senso del culto, ma sopratutto del rispetto della vita dei morti.
Ed è questo, mi pare, il senso delle accorate, ma sempre lucide e ispirate da un profondo legame con la lettera del Vangelo, parole di Don Andrea Perrelli, che da mesi piange sulle bare abbandonate nell’Obitorio del grande Cimitero cittadino, nell’ attesa sofferente di una degna sepoltura.
Un grido di dolore, forse anche di denuncia, che per l’alto valore morale, civile, educativo e pastorale che ha, avrebbe meritato ben altra interlocuzione da parte della massima istituzione comunale. Anche se oggi si prende atto con favore del finanziamento regionale di alcuni interventi sui cimiteri cittadini.
Il rispetto del diritto ad una adeguata sepoltura e della libera e dignitosa manifestazione della pietà e del ricordo verso i defunti non è materia comprimibile solo nelle aride cifre di un computo metrico.
Perché attraverso questi sentimenti vive la nostra storia, le nostre radici e si perpetua l’esempio e l’ammonimento per le nuove generazioni. E rispettando queste regole, che non sono solo di carattere religioso, la città di Catanzaro ha avuto nei suoi cimiteri, ma principalmente nel suo Cimitero urbano il vero monumento alla Vita di questa città, e in esso v’è scritta la storia degli uomini che ne hanno reso possibile la sua gloria, i suoi tormenti e le vicissitudini più significative nel corso dei secoli.
Di questo ha cercato di parlare Don Andrea. L’uomo e il Sacerdote che è in Andrea ha ripetutamente interrogato, con amore disperato e Fede incrollabile, l’animo e la coscienza prima di tutto di se stesso e poi di chi ci rappresenta. Senza ricevere risposta.
A tutto questo il Sindaco di Catanzaro non può far rispondere sbrigativamente e anonimamente l’incolpevole Ufficio competente.
Il Sindaco è il depositario morale della storia di questa città. Laicamente. Di chi la vive oggi, ma anche di chi l’ha abitata ed oggi reclama una degna collocazione delle spoglie mortali, perché se ne tramandino i sentimenti e il vissuto.
Don Andrea non è solo in questa triste vicenda morale e di civiltà, che non può non coincidere anche con il pensiero delle gerarchie della Chiesa locale.
Perché a parlare, con le parole del dolore e della estrema desolazione non solo di chi non c’è più, non è il Cappellano del Cimitero di Catanzaro, ma la Madre che piange il Figlio sulla Croce, quando il crepuscolo della vita attraversa i cipressi dolenti di ogni Cimitero.
Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019.
Direttore responsabile: Enzo Cosentino. Direttore editoriale: Stefania Papaleo.
Redazione centrale: Via Cardatori, 9 88100 Catanzaro (CZ).
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Aruba S.p.a.
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 0961 873736