di FRANCESCO IULIANO
C’è preoccupazione tra il personale della Polizia Penitenziaria in servizio presso la Casa circondariale ‘Ugo Caridi’ di Catanzaro, per le condizioni dei detenuti e degli stessi agenti in servizio, in occasione dell'arrivo della stagione estiva.
La segnalazione è stata inviata dal segretario regionale UilPA Polizia Penitenziaria, Salvatore Paradiso che, con una nota, ha detto come «in prossimità della stagione estiva, periodo notoriamente critico per gli Istituti penitenziari, presso la Casa circondariale di Catanzaro si registra, con crescente preoccupazione, una nuova ed ulteriore criticità destinata a compromettere sia le condizioni detentive che quelle lavorative degli operatori penitenziari. A seguito di recenti disposizioni, verranno aumentati i posti detentivi, in particolare nel reparto di Reclusione Ordinaria, già da tempo in situazione di grave sovraffollamento.
La previsione di incrementare i posti letto all’interno delle camere detentive – passando da 3 a 4 detenuti per camera – non può che destare allarme. Tale misura, infatti, aggrava sensibilmente le già precarie condizioni di vivibilità per i detenuti, specie in un reparto che ospita anche numerosi soggetti con evidenti problematiche psichiatriche, la cui gestione richiede spazi ed attenzioni adeguate, non certo ulteriori compressioni».
«Non meno gravi - prosegue la nota - sono le ripercussioni sul piano lavorativo per tutto il personale operante, a partire dalla Polizia Penitenziaria, già sottodimensionata e allo stremo delle forze. Ricordiamo che nell’ultimo anno l’organico si è ridotto di oltre 50 unità, a fronte di esigenze sempre più complesse e di un numero di eventi critici in costante aumento. In questo scenario, per il personale, parlare di ferie estive, appare sempre più come un’utopia. Invece di attuare politiche tese a rendere la detenzione più umana e costituzionalmente orientata, si continuano a mettere in atto misure che, di fatto, determinano un progressivo deterioramento della qualità detentiva e delle condizioni di lavoro, alimentando un malessere diffuso che rischia di sfociare in una vera e propria emergenza gestionale e sociale».
In conclusione Salvatore Paradiso ha sottolineato come «le parole ed i proclami non bastano più: ciò che si registra sul campo è un costante abbandono da parte delle istituzioni, a fronte di una crescente domanda di sicurezza, efficienza e umanità. Come Organizzazione Sindacale, denunciamo con forza l’irresponsabilità di tali scelte e chiediamo con urgenza: un ripensamento delle sopra citate disposizioni al fine di attenuare le conclamate difficoltà lavorative che oramai riguardano tutti gli operatori: Polizia Penitenziaria, funzionari giuridico-pedagogici, medici, psichiatri ed altri; trovare una soluzione all’attuale sovraffollamento, in linea con le raccomandazioni nazionali ed europee, anche per tentare per quanto possibile di prevenire il fenomeno suicidario che sta interessando pesantemente il sistema penitenziario nel suo complesso. Ribadiamo che il benessere lavorativo del personale e la dignità delle condizioni detentive sono due facce della stessa medaglia, e che comprometterle entrambe significa condurre l’intero sistema penitenziario verso il collasso».
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