A Cropani , le volontarie dell’Associazione hanno piantato un albero di ibiscus in memoria di Matias, un giovane argentino
Esistono luoghi dove il tempo scorre più lentamente. È il caso di Cropani, piccola comunità sospesa tra il mare cristallino e gli uliveti millenari. È un luogo dove le persone si conoscono tutte per nome e dove le storie si intrecciano come fili di un antico arazzo. È qui che la vita di Matias, un giovane argentino, ha trovato un nuovo inizio.
RITORNO ALLE RADICI
Quella di Matias e della sua famiglia è una storia simbolo dell’unione fra popoli lontani ma al tempo stesso vicini per carattere e identità, come tanti altri argentini giunti a Cropani da poco, parte di una comunità che ha deciso di gettare le loro radici in una terra ospitale come la Calabria. Il calore e l’entusiasmo con cui sono stati accolti dalla cittadina di Cropani hanno reso il loro arrivo non solo un cambiamento geografico, ma un passo fondamentale nella loro vita. È il cosiddetto “ritorno alle radici”: in un tempo non molto lontano erano gli italiani a scegliere l’Argentina come meta ambita, privilegiata e favorita; oggi avviene un po’ il contrario, con tanti argentini che scelgono l’Italia, spesso con un legame diretto di discendenza o di parentela con quegli italiani che tanni anni fa approdavano in Argentina in cerca di un futuro migliore. Radici, dunque, che sono le basi di un albero che cresce e fa sbocciare i suoi frutti e i suoi fiori altrove, ma il tronco, i rami, la chioma appartengono tutte alla stessa pianta.
GLI ARAZZI DEL DESTINO
A volte, però, non sempre le storie giungono verso il finale previsto e gli arazzi del destino si perdono in una trama incompiuta. Nel corso degli ultimi mesi, una brutta notizia ha scosso la serenità di queste nuove vite, di questi volti sereni e dignitosi che dall’Argentina sono stati accolti con amore in Italia. Matias, giovane e pieno di vita, è stato colpito da una malattia implacabile che non ha conosciuto pietà. La sua lotta è stata coraggiosa, ma alla fine, la malattia ha avuto la meglio. Matias ci ha lasciato prematuramente, lasciando un vuoto profondo nei cuori di tutti coloro che avevano avuto il privilegio di conoscerlo.
IBISCUS E SPIAGGE LONTANE
È in momenti come questi che la vera forza di una comunità si manifesta. L’Associazione Ginevra, da sempre impegnata nel sociale e nell’integrazione, si è presa a cuore la vicenda di Matias e della sua famiglia. In un gesto di amore e solidarietà, le volontarie dell’Associazione hanno deciso di piantare un albero di ibiscus a Cropani Marina, per dare un senso e una nuova completezza a quelle radici argentine appena piantate in Italia, a Cropani, un luogo dove il mare e la natura si fondono in una bellezza senza tempo, ricordando per somiglianza alcuni angoli di una spiaggia del Mar de Plata, dove gli ibiscus crescono rigogliosi un concentrato di meravigliosa ed eterogenea manifestazione di colori.
UN ABBRACCIO FRA CULTURE
La cerimonia di piantumazione è stata un momento di profonda commozione. La presenza dei familiari di Matias ha reso l’evento ancora più toccante. È stato un abbraccio tra culture diverse, un legame indissolubile tra l’Argentina e la Calabria, che ha dimostrato quanto il cuore umano possa essere generoso e compassionevole.
Questo albero di ibiscus, cresciuto con amore e cura, è diventato il simbolo di quell’integrazione che Matias aveva incarnato con la sua presenza e con la sua musica. Matias era un polistrumentista straordinario, capace di toccare le corde dell’anima con le sue note. La sua musica era un linguaggio universale che univa le persone, superando ogni barriera linguistica e culturale.
UNA MUSICA TRA LE FOGLIE
Oltre all’Associazione Ginevra e alle volontarie che hanno lavorato instancabilmente per organizzare questo evento, c’è stato un altro protagonista fondamentale: Antonio Murfone, il responsabile dell’ufficio anagrafe di Cropani. La sua partecipazione attiva ha dimostrato che quando una comunità si unisce nel ricordo e nell’affetto, niente può separarla.
L’albero di Matias ora cresce rigoglioso, portando con sé la memoria di un giovane argentino che ha lasciato un’impronta indelebile in questa comunità calabrese. La sua musica e il suo spirito vivranno per sempre tra le foglie di quell’ibiscus, una melodia senza fine che ci ricorda che l’amore e l’amicizia non conoscono confini. Matias può non essere più fisicamente tra noi, ma il suo ricordo continuerà a risuonare nelle note di questa piccola comunità che ha abbracciato la sua storia e la sua musica con il cuore aperto.
RITORNO ALL’UNIONE FRATERNA
La lettera scritta dalla moglie di Mathias è un fulgido, luminoso, commovente e toccante esempio di come l’abbraccio fra i popoli possa davvero far germogliare il seme dell’amore e dell’empatia verso il prossimo.
Lettera che di seguito viene pubblicata integralmente.
Grata dal profondo dei nostri cuori alla comunità di Cropani che ci ha accolto quasi un anno fa. Arriviamo in autunno, viviamo il nostro primo inverno europeo, conoscendo il mare, la montagna e la magia di un’altra cultura. La primavera è arrivata e il villaggio si è vestito di fiori e a poco a poco siamo andati a creare legami e a farci parte di questa comunità. Arriva l’estate e con esso, il destino raccontandoci che Matias era malato. Non ci siamo arresi, e abbiamo affrontato tutto con il sorriso fino all’ultimo minuto. Porto sempre il suo sorriso come bandiera, il suo cuore aperto a tutti. Ci siamo sentiti abbracciati da tutta la comunità di Cropani, quando Matias è partito. Forse il nostro Matias, ora è anche vostro, è un ritorno all’unione fraterna, alla fede, un simbolo di unione tra italiani e argentini. Un ritorno alla fonte dove esiste solo l’amore.
Grazie infinite a tutti da Matías Cardo e la sua famiglia.
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