di EDOARDO CORASANITI
Minacce, insulti, umiliazioni durati 15 anni: con questa accusa F.C., 71 enne di Cropani, è finito sotto processo nel 2018.
Oggi il giudice monocratico di Catanzaro lo ha condannato a 3 anni e 6 mesi di reclusione e a 5 anni di interdizione dai pubblici uffici.
Sono la moglie e il figlio (rappresentate in giudizio dall'avvocato Sergio Lucisano) le vittime delle sue azioni, in quella che è la ricostruzione della Procura della Repubblica e che oggi trova una cristallizzazione nella decisione del giudice, Matteo Ferrante.
L'accusa è fatta di una serie di ricostruzioni che tentano di fotografare le condotte dell'uomo, che avrebbe utilizzato frasi come "Ti ammazzo, ti sparo, ti butto nel burrone, ti trito con la macchina della carne, ti scanno come un maiale". Le parole sono indirizzate alla moglie. E dalle parole ai fatti: pugni, schiaffi, calci, piatti sbattuti in testa.
Anche il figlio subisce le violenze che passano per le stesse azioni.
Ci sono altri episodi contestati, come quando avrebbe nascosto il cibo, chiuso i rubinetti per non far bere il figlio minorenne, staccati gli interruttori dell'energia elettrica.
E ancora, il 71 enne avrebbe obbligato la donna a dormire su una coperta, sui divani del terrazzo.
Oggi la decisione di primo grado. L'imputato potrà appellare la sentenza e cercare di modificare l'esito di fronte ai nuovi giudici, ai quali potrà essere chiesta una nuova valutazione dei fatti e delle contestazioni.
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