Ricordi di guerra con la paura dei bombardamenti, quando le figliole di Luigi Basile di Cropani vissero con la gaiezza dell'età per qualche settimana a Cuturella ospiti del galantuomo Salvatore Levato
A San Michele Arcangelo nel maggio radioso sulla mulattiera torme di donne cropanesi oranti in gran parte scalze si avviavano ancor prima dell’alba in pellegrinaggio per adempiere alle proprie intenzioni votive
Il poeta e scrittore Serafino Schipani, in arte Seraschi, candidato al Premio Mar Jonio fondato e presieduto da Luigi Stanizzi; in quest'epoca caratterizzata da conflitti ha voluto rendere pubblico un ricordo di guerra, che ci riguarda da vicino. L'occasione per scavare nei suoi ricordi, è stata data dalla frequentazione dei titolari del Lido Levato, a Cropani Marina. Serafino Schipani e le sorelle Tina e Gina, in queste calde sere d'estate si sono ritrovati a parlare con Salvatore, Enzo e Angela Levato, originari di Cuturella, frazione di Cropani, figli del compianto Franco Levato e di Barbara Fittante. Da un episodio all'altro, i discorsi sono andati a finire alle storie di famiglia. E i ricordi, magari degustando un gelato, li hanno portati lontano nel tempo. Fino ai tempi di guerra. Ecco il racconto di Seraschi: Ricordi di guerra. "Più volte, quand'ero bambino, mia madre mi ha raccontato quanto segue: Dopo l’8 settembre del 1943, quando a seguito dell' armistizio di Cassibile ben presto passammo con gli anglo-americani, alcuni aviatori tedeschi, in ritirata verso il Nord, sorvolarono Cropani a bassa quota e, sporgendosi dalle carlinghe degli aerei, gridavano minacciosi all'indirizzo della popolazione: ITALIANI! TRADITORI!
Contravvenendo agli ordini perentori dei genitori, mia madre e le sorelle, allora giovanissime, aprivano ampi spiragli alle finestre dei piani alti per vedere quei piloti che da alleati erano ormai divenuti acerrimi nemici. Nonno Luigi Basile, come credo tutti i cropanesi, era preoccupato temendo sganciassero qualche bomba sul paese e ne parlò a Salvatore Levato (1905- 1989) di Cuturella (nonno di Salvatore, Enzo e Angela n.d.r.), cui era fraternamente legato. Il Levato, prontamente, sollecitò l'amico a trasferire le figliole presso la sua casa a Cuturella, borgo troppo piccolo per essere esposto a rischi bellici. E fu così che le ragazze furono accompagnate a piedi, per l’allora unica strada che collegava la piccola frazione al Comune capoluogo, una strada che col suo ponte di legno sul Crocchio era percorribile soltanto da pedoni e da animali da trasporto ma non da automezzi. Il quasi isolamento di Cuturella (vi si accedeva meglio da Andali) si è protratto fino a tempi relativamente recenti e quella vecchia via resta come un reperto, a testimonianza dei tempi che furono quando nel maggio radioso, in occasione della festa del patrono San Michele Arcangelo, torme di donne oranti in gran parte scalze si avviavano, ancor prima dell’alba in pellegrinaggio, per adempiere alle proprie intenzioni votive. Le sorelle vissero, così, con la gaiezza dell'età, per qualche settimana, a Cuturella da cui rientrarono, una volta scampato ogni pericolo. Mia madre ricordò sempre con riconoscenza la cordiale ospitalità della famiglia Levato e soprattutto la figura perbene di Salvatore, un galantuomo stimatissimo per onestà e bontà, un uomo d'altri tempi, che volentieri avrei voluto conoscere. Guerra e amicizia: la storia narra anche di questi eventi".
Fin qui il ricordo di Serafino Schipani, che proprio in questi giorni è impegnato a scrivere una poesia su Cuturella. Quelle dedicate a Sersale, Cropani e Arietta, già pubblicate, sono riconosciute unanimemente come capolavori. Il daziario, custurire, possidente Luigi Basile, qui ricordato da Serafino Schipani, e la moglie, la religiosissima Concetta Mancuso, ebbero sei figlie: Antonietta mamma di Serafino, Chicchina, Titina, Gaetana, Sara ed Elettra. Tutte morte ma vive nel ricordo.
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