Cinque condanne, di cui tre ergastoli, e un'assoluzione: sono le richieste della Dda di Catanzaro nell'ambito dell'operazione Trigarium condotta dai Carabinieri nel luglio del 2018, con cui è stata sgominata la cosca emergente dei Bagnato di Roccabernarda. Oggi l'udienza nel filone che vede 6 imputati davanti alla Corte d'Assise di Catanzaro presieduta dal giudice Alessandro Bravin.
Il pubblico ministero Paolo Sirleo ha chiesto l'ergastolo per Antonio Bagnato, Antonio Marrazzo, Antonio Cianflone. Carcere per 13 anni anche per Domenico Iaquinta e 24 anni per Michele Marrazzo. L'assoluzione è stata invocata per Gianluca Lonetto.
La prossima udienza si terrà il 17 marzo.
Secondo l'accusa, Antonio Bagnato sarebbe stato l'ideatore dell'agguato e gli altri gli esecutori che si sono suddivisi i compiti di vedetta, trasporto armi e di guida dei mezzi utilizzati per allontanarsi. Per compiere l'omicidio, aprendo il fuoco contro il fuoristrada sul quale viaggiavano i due fratelli, i killer, che si erano nascosti tra gli arbusti per sorprendere i due fratelli alle 9:30 del mattino, hanno utilizzato tre fucili clandestini.
A raccontare le dinamiche dell'agguato ai carabinieri era stato Raffaele Castiglione che ai proiettili si era dato alla fuga. L'uomo, con il cadavere del fratello che giaceva sul sedile del passeggero, aveva raggiunto la caserma dei carabinieri per chiedere soccorso. L'omicidio sarebbe nato in seno a logiche di potere e controllo del territorio poiché la famiglia Castiglione era refrattaria ad allinearsi alle direttive del capo locale Antonio Bagnato.
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