di STEFANIA PAPALEO
Assolto "perchè il fatto non costituisce reato". Cadono le accuse di appropriazione indebita e ricettazione che due anni fa erano costate una condanna a 1 anno e 8 mesi di reclusione e 166 euro di multa a Salvatore Zurlo, 36 anni, di Crotone, per una Mercedes acquistata in Portogallo e portata in Italia per rivenderla. In riforma della sentenza di primo grado emessa il 20 settembre del 2023 dal gup di Crotone Michele Ciociola, questa mattina i giudici della Corte d'Appello di Catanzaro (presidente: Alessandro Bravin; consiglieri: Gianfranco Grillone e Giovanna Mastroianni) hanno scagionato l'imputato da ogni accusa, in accoglimento del ricorso proposto dagli avvocati difensori Giuseppe Gallo e Vincenzo Cicino.
Il primo processo si è basato solo su "congetture e dati travisati", hanno sostenuto i legali in merito al reato di appropriazione indebita, parlando di "totale assenza di elementi probatori", per poi attaccare sulla carenza della sentenza "di dati atti a ritenere provati gli elementi oggettivi e soggettivi del reato di riciclaggio". Secondo la ricostruzione difensiva, infatti, Zurlo sarebbe entrato in possesso della vettura ricevendola da un amico che aveva in precedenza già collaborato con l’imputato nella vendita di auto usate, così come dichiarato da entrambi in fase di indagini. "Pur non essendo il principale lavoro svolto dall’imputato, la compravendita di auto
usate, per come riferito dallo stesso alla P.G durante le indagini, è una sorta di secondo lavoro che gli permette di introitare somme ulteriori per portare avanti la famiglia. Una volta ricevuta l’auto, Zurlo non ha proceduto a modificare i contrassegni distintivi (telaio, carta di circolazione od altro), ma si è rivolto a chi di mestiere le vende (la Lagani Auto di Rocca di Neto nota primaria concessionaria sul territorio) per poterla pubblicizzare.
L’autovettura, al momento del sequestro, si presentava integra e parcata presso una delle più grosse concessionarie della provincia di Crotone (circostanza che ancora di più allontana la prova che Zurlo fosse consapevole di potenziali precedenti attività illecite). Pertanto, in assenza di operazioni di qualsiasi natura sul mezzo, appariva evidente l’insussistenza di contributi illeciti posti in essere da Zurlo", la conclusione degli avvocati .Giuseppe Gallo e Vincenzo Cicino.
E la tesi dei legali è stata accolta dai giudici della Corte d'Appello, che hanno posto fine alla vicenda giudiziaria risalente a febbraio del 2021.
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